ORARI RIDOTTI, LAVORATORI IN AGITAZIONE
Adesso basta: lo dicono i lavoratori esterni dei siti archeologici della Valle Camonica, quelli impiegati con stipendi da fame (6,25 euro lordi all'ora) in Parchi e Musei Nazionali della Valle Camonica: al Museo Archeologico di Cividate Camuno, al Mupre e a Naquane a Capo di Ponte. Nei giorni scorsi la ditta che gestisce il servizio di Supporto alla Vigilanza e Accoglienza di 11 siti in tutta la Lombardia, tra cui quelli camuni dove i nostri sono impiegati, ha comunicato ai propri dipendenti la volontà della Direzione Regionale Musei Lombardia di ridurre le aperture del Parco di Naquane, il prinicpale sito di incisioni rupestri della Valle Camonica, a partire dal primo di ottobre dalle 8.30 alle 14. Decisione presa senza alcun confronto con i lavoratori, con soli tre giorni di preavviso, che porterà alla riduzione di più di 400 ore lavorative mensili per gli operatori esterni che già vivono la situazione drammatica di stipendi da fame. A questo punto, dopo un confronto fra le organizzazioni sindacali ed i lavoratori, la FILCAMS CGIL Valle Camonica Sebino ha deciso di proclamare lo stato di agitazione che potrebbe a breve sfociare in uno sciopero. Francesca Danesi, segretaria di categoria, fa notare, nel comunicato giunto in queste ore in redazione che la decisione è da imputare alla carenza di personale interno, quello dipendente ddirettamente dal Ministero, e non, come segnalato sui siti ufficiali della Direzione, al consueto cambio orario da estivo a invernale, che - aggiunge - non ha mai portato alla totale chiusura pomeridiana, e comunque ha sempre avuto inizio dal mese di novembre. Ancora una in questa situazione vengono penalizzati i lavoratori esterni che da anni garantiscono l’apertura dei siti tanto quanto i dipendenti statali, ma anche dei visitatori, degli operatori turistici del territorio e della cittadinanza, che restano completamente esclusi da qualsiasi possibile confronto con la Direzione Regionale Musei Lombardia riguardo all’apertura di un bene pubblico come il Parco di Naquane. L'agitazione vuole portare ad un accordo che innanzitutto possa garantire almeno il rispetto del monte ore previsto dai contratti anche per i lavoratori esterni, oltre a contratti dignitosi. In secondo luogo portare l’attenzione sulla situazione generale e sui problemi sistemici della gestione dei siti: la cronica mancanza di personale interno, l’impiego, da anni, da parte del Ministero, attraverso ditte e cooperative, di lavoratori esterni cui sono applicati contratti che prevedono paghe sotto i sei-sette euro l’ora, la strutturazione di un sistema di lavoro precario e non dignitoso, che non dovrebbe essere accettata da amministratori del patrimonio pubblico.
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