VALLE CAMONICA AUTONOMA NELLA GESTIONE DELL’ACQUA

È stato approvato tra gli applausi dei sindaci camuni presenti in fascia tricolore questo martedì in consiglio regionale, l’ordine del giorno che permette la nascita dell’ATO di Valle Camonica. Un grande risultato per tutta la politica camuna, dopo anni di tentativi portati avanti dagli amministratori presenti e passati per cambiare una legge regionale, la legge Galli del 1989 che individuava sui confini provinciali, gli ambiti territoriali ottimali nei quali uniformare la gestione del ciclo idrico e le bollette, anche in territori diversi come la montagna e la città.  A determinare il voto, tutt’altro che scontato, per la modifica del perimetro dell’Ato della provincia di Brescia motivata dalla morfologia territoriale della provincia nella sua parte settentrionale coincidente con il sub bacino del fiume Oglio, e per la definizione dell’Ato camuno sui confini amministrativi della Comunità Montana di Valle Camonica, un lavoro di squadra in consiglio regionale coordinato dal consigliere regionale Davide Caparini da sempre in prima linea nella battaglia per l’autonomia, che ha visto il consigliere regionale Diego Invernici esporre le motivazioni del territorio camuno, tra gli applausi dei trenta sindaci presenti accanto ad Alessandro Bonomelli presidente della CM di Valle Camonica, ente responsabile del nuovo Ato, e Corrado Tomasi presidente della Siv società cui è affidata la gestione del ciclo idrico. Mancano gli ultimi passaggi formali, ma l’autonomia della Valle Camonica nella gestione della risorsa acqua pare proprio realtà e  i politici camuni, dopo essere riusciti a fare cambiare una vecchia legge e a fare cadere il ricorso alla Corte Costituzionale grazie al filo diretto tra la Regione e il Ministro per le autonomie Calderoli, ora festeggiano un’unità di intenti, la capacità di fare fronte comune, di resistere, per tenere in Valle Camonica risorse, decisioni, posti di lavoro e servizi.

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