CONTROLLI ANTI BRACCONAGGIO: 4 CASI IN BERGAMASCA

Si intensificano i controlli da parte della Polizia Provinciale di Bergamo nella stagione venatoria, caratterizzata dal fenomeno migratorio pre invernale dell’avifauna verso Sud alla ricerca di climi miti. Attenzione particolare da parte dei poliziotti viene posta alla prevenzione dei fenomeni di bracconaggio. Nelle scorse settimane sono stati diversi gli interventi mirati alla tutela dei piccoli uccelli, con la prevenzione e la repressione di atti di bracconaggio con reti o trappole (la cosiddetta “uccellagione”), disposti per catturare specie destinate sia all’utilizzo come richiami vivi negli appostamenti fissi di caccia sia al consumo alimentare. Sul basso Sebino sono stati scoperti 4 casi con denunce e sequestri di reti e richiami. A Credaro una persona del posto aveva approntato un impianto di cattura abusivo in un contesto con palificazioni e preparazione arborea, con due reti distese per 20 metri, alcune gabbie con rinchiusi dei tordi bottacci, e l’uso di un richiamo acustico elettromagnetico. I quattro tordi che erano appena stati catturati così come altri catturati in precedenza, sono stati recuperati e liberati. Una situazione simile è stata scoperta a Sarnico dove due persone avevano usato una rete e un richiamo in gabbia per la cattura di un pettirosso, ma anche a Gandosso dove un residente dopo aver ripristinato una parte di roccolo aveva posizionato una rete di 10 metri per catturare piccoli uccelli, esponendo tre gabbie con richiami della specie lucherino e fringuello. Nella rete erano rimasti impigliati due pettirossi che sono stati subito liberati dagli uomini della Polizia provinciale, e una cinciallegra purtroppo deceduta. A seguito di un’accurata perquisizione sono stati sequestrati anche una trentina di piccoli uccelli già spiumati e congelati. Il quarto caso infine a Grumello del Monte, dove è stata ritrovata un’altra rete per la cattura di uccelli con cinque gabbie con tordi bottacci esposti per richiamo. Tutti i bracconieri sono stati indagati e deferiti all’autorità giudiziaria. Va ricordato che il reato di uccellagione cattura di avifauna di specie protette e uso di mezzi e richiami illegali, prevede tra l’altro la sospensione della licenza di caccia per 10 anni, con sequestro immediato di quanto catturato e dei mezzi utilizzati. Ancor più pesante l’applicazione del reato di maltrattamento di animali con sanzioni previste da 5 a 30 mila euro, configurabile per l’uccellagione sia con uso di reti che con trappole: pratiche gravi che implicano sofferenza per l’esemplare di avifauna: per le reti, a causa del tentativo di liberarsi ed il tedio provocato e per le trappole a scatto, per lo schiacciamento tra due archi metallici azionati da una molla.

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