UNA RACCOLTA FONDI PER CHIARA LINDL
I tentativi di trovare il corpo di Chiara Lindl nelle acque profonde del Sebino sono andati avanti per più di un mese, poi sono stati sospesi. Troppo oneroso proseguire per il Gruppo Volontari del Garda che, quali volontari, si autofinanziano e mettono a disposizione la loro opera gratuitamente. La famiglia della 20enne tedesca, dispersa nel lago d’Iseo dallo scorso 1 settembre, non vuole gettare la spugna e ha quindi deciso di finanziare le ricerche. Chiara Lindl, quella sera, si trovava con la sorella e sei amici a bordo del motoscafo di proprietà del padre di uno di loro. La comitiva stava navigando nelle acque tra il camping Eden di Pisogne e la Lucchini Rs di Lovere. Ai comandi dell'imbarcazione una ragazza del gruppo senza patente nautica e forse non abituata a gestire la potenza del mezzo: secondo l'ipotesi della procura di Brescia, che l'ha indagata per lesioni colpose, avrebbe abbassato di colpo l'acceleratore e impresso un'impennata violenta al motoscafo, facendo perdere l'equilibrio all'amica, caduta sulla barca e finita in acqua senza più riemergere. Le ricerche erano partite immediatamente e sono proseguite fino al 9 novembre, con 240 ore impiegate in 22 giornate di lavoro con più di 800 calate sonar eseguite e oltre 50 target visionati con il Rov. Per finanziare l'attività dei volontari, la famiglia Lindl ha deciso di aprire una raccolta fondi sulla nota piattaforma "Gofundme". Ad oggi, dopo solo tre giorni, sono stati raccolti più di 16mila euro.
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