IN FUGA VERSO LA SVIZZERA L'ASSASSINO DI COVO

La tragedia consumatasi questa domenica a Covo in un appartamento di via Pradone ha ora contorni più chiari: il giovane accoltellato a morte si chiama Sajid Ahamd; il suo assassino sarebbe un connazionale, Khadim Hussain, che compirà 31 anni il prossimo 1 gennaio, sorpannominato “l'afghano” per i sui modi duri. Restano però diversi dubbi su quanto accaduto nell’abitazione al secondo piano dello stabile che affaccia sulla Provinciale che porta a Romano di Lombardia. Con il passare delle ore e con gli elementi raccolti dalle testimonianze degli altri inquilini, emergono dubbi sulla responsabilità di Khadim Hussain che abitava lì e che risulta irreperibile proprio da domenica pomeriggio. Non è chiaro se sia stato proprio lui a colpire Ahamd o se magari abbia aiutato un’altra persona, arrivata da fuori, oppure ancora abbia soltanto assistito al diverbio finito in tragedia e sia scappato spaventato. Secondo i carabinieri del comando di Treviglio, che indagano insieme ai colleghi di Bergamo, potrebbe aver raggiunto un conoscente nelle vicinanze, che in queste ore lo sta aiutando a nascondersi. Il suo cellulare è risultato attivo a Milano e quindi lungo la Milano-laghi fino alla Svizzera, dove potrebbe essersi rifugiato, ma non è detto che il suo cellulare sia invece stato affidato ad altri per depistare le indagini. In ogni caso, la polizia elvetica sta collaborando attivamente alla ricerca dell'uomo. Non sono ancora note nemmeno l’ora del delitto e l’arma utilizzata, forse un coltello da cucina con lama molto affilata, che non è stato ritrovato dai militari nel corso dei sopralluoghi che sono andati avanti anche lunedì pomeriggio. Particolari, questi ultimi, che saranno di certo chiariti nel corso dell’esame autoptico disposto dal pm Giampiero Golluccio sulla salma, che si trova all'obitorio del papa Giovanni di Bergamo. Non è ancora chiaro nemmeno il movente dell’accoltellamento, pare arrivato al culmine di una lite per motivi economici avvenuta all’interno dell’appartamento di proprietà di un cittadino italiano residente a Romano e regolarmente affittato al presunto assassino. A Covo nessuno conosceva la vittima, che risulta ancora residente al Cara di Capo Rizzuto.

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