PRANDINI: “SEGNALI DI MINACCE SU CISSVA”

Ci mette la faccia come è solito fare Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti, già presidente bresciano della più grande associazione di imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, nel denunciare davanti ad una platea di istituzioni, forze dell’ordine e di soci e ad autorevoli relatori tra i quali il generale Daniel Melis Comandante dei Carabinieri per la tutela agroalimentare e il comandante provinciale della Gdf di Brescia Francesco Maceroni riuniti a Lonato del Garda questo venerdì per il convegno dal titolo “L’agroalimentare lombardo: tra tutele, opportunità e minacce”, quelli che ha definito i “segnali di minacce continue e costanti” che una parte delle istituzioni della Valle Camonica indirizza alla Coldiretti colpevole di aver giocato un ruolo da protagonista nel salvataggio e nel rilancio del caseificio Cissva. Il Caseificio Sociale di Valle Camonica e del Sebino, nato nel 1982 su proposta di alcuni agricoltori camuni e con l’appoggio delle comunità montane del territorio con lo scopo di raccogliere il latte crudo dagli allevatori camuni e di trasformarlo in prodotti lattiero caseari diventati eccellenza camuna con il marchio appunto Cissva,  uno su tutti, la Rosa Camuna, dopo anni di difficoltà economiche rischiava il fallimento e il compito della nuova presidente Paola Pezzotti eletta dai soci nel 2019 è stato quello di garantire un futuro ad una cooperativa privata che in passato contava un centinaio di soci e lavorava 10 mln circa di litri di latte ogni anno, e che oggi continua a raccogliere latte da 47 aziende  grazie ad un piano risanamento sostenuto dalla Coldiretti che ha anche garantito delle risorse per il caseificio stesso e a supporto delle aziende del territorio; un piano però mal digerito dagli comprensoriali camuni che sono usciti dalla compagine Cissva e che ora stanno finanziando la nascita di un caseificio privato per raccogliere il latte degli allevatori che non conferiscono a Cissva – sarebbero 21 mln i litri di latte che secondo la Comunità Montana verrebbero imbottigliati e lavorati fuori dalla Valle Camonica - ma questo – denuncia la Coldiretti così come ha denunciato il sindaco di Edolo Luca Masneri nell’assemblea dell’ente e anche ai nostri microfoni, rischia di indebolire una realtà storica e di spaccare il settore lattiero caseario della Vallecamonica e Sebino.

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