CETO E GAVER COLPITI DAL MALTEMPO

Ceto completamente senza acqua, sentieri e strade di montagna distrutte, scantinati allagati e rifugi isolati. E' pesante il bilancio del maltempo che nella notte ha colpito duro soprattutto i comuni di Ceto nella zona della Valpaghera e di Breno nella piana del Gaver al confine con il comune di Bagolino. I danni sono ingenti e serviranno giorni se non settimane per ripristinare viabilità e soprattutto la funzionalità dell'acquedotto di Ceto. Solo due anni fa si ricorda, proprio nello stesso periodo, la grave alluvione di Niardo. Purtroppo, confermano gli esperti, fra il mese di luglio ed agosto statisticamente, nelle nostre valli, si possono verificare fenomeni estremi, come quello di questa notte. I torrenti esondati erano già oggetto di lavori di messa in sicurezza. Il fango ed i detriti si sono portati via tutto. Le colate hanno distrutto però anche il collegamento con l'acquedotto e l'intero paese è rimasto senza acqua. Al lavoro per tutta la giornata i vigili del fuoco del comando provinciale di Brescia insieme agli uomini della protezione civile del comune e del gruppo della comunità montana. La chilolitrica dei pompieri ha portato acqua in paese e gli uomini della protezione civile hanno realizzato il collegamento con l'acquedotto. Per ripristinare la situazione serviranno almeno un paio di settimane. L'Elicottero dei Vigli del Fuoco arrivato da Malpensa ha permesso alla sindaca ed ai tecnici di sorvolare la zona colpita.. L'acqua non sarà ad uso potabile fino a revoca dell'ordinanza. I lavori di somma urgenza per sistemare strade ed acqueodotto potrebbero partire già nelle prossime ore. La strada della Valpaghera resta chiusa. Non va meglio in Gaver dove il torrente Caffaro ha isolato una malga, distrutto i lavori intrapresi e creato problemi alla viabilità. La Valle delle Colombine esondata ha provocato danni alla locanda. Sono al momento isolati, ma entro poche ore verranno cominciati i lavori per ripristinare la viabilità, il rifugio Tita Sechi al lago della Vacca e il Rifugio Gheza che è anche stato invaso da fango ed acqua la cui furia si è portata via anche il ponticello che i gestori avevano costruito sul Palobbia.

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