FRANA ISOLA LA VAL MALGA

Questo mercoledì il sindaco di Sonico Giambattista Pasquini, con il geologo di Regione Lombardia e il comandante dei vigili del fuoco di Brescia, ha effettutato, con l'aiuto delle immagini girate dal drone questo martedì sul versante in quota, un briefing seguito da un sopralluogo. L'obiettivo è capire come intervenire in seguito alla frana di massi e materiale che questo martedì si è staccata dal Val Rossa, scaricandosi sulla strada che porta alla Val Malga che quindi è rimasta isolata. L'amministrazione comunale, dopo il distacco di massi e materiale causato dal maltempo che questo martedì pomeriggio si è scatenato in alta Valle Camonica, ha immediatamente emesso l'ordinanza di chiusura della strada e con l'auito di vigili del fuoco e protezione civile, sono state fatte le prime verifiche. La strada va liberata dal materiale franoso, che ha ricoperto ed invaso la galleria artificiale che ripara la strada proprio falle frane, ma prima bisogna capire se a monte il pericolo è cessato. Per il momento quindi rimangono isolati i rifugi Premassone, Baitone, Tonolini e Gnutti. Rifugi accessibili anche dalle valli laterali e infatti anche questo martedì sono diversi gli escursionisti che hanno scelto la strada della Val Malga per tornare a valle e che sono rimasti bloccati. 25 le persone, escursionisti e famiglie in gita con bambini, scortate a valle dal soccorso alpino V delegazione bresciana e dal nucleo del soccorso alpino della guardia di finanza. Tra le persone in difficoltà, un gruppo di escursionisti blocatti nei pressi delle Scale del Miller nalla zona del rifugio Gnutti. Il sentiero è ripido ed esposto a passaggi delicati e il gruppo non se l'è sentita di affrontarlo con il maltempo e ha chiesto aiuto. L'elicottero del 118 ha quindi portato in quota una squadra del Soccorso alpino per una prima ricognizione. Il CNSAS ha utilizzato un drone, per una valutazione approfondita delle criticità anche dall'alto. Nel frattempo gli escursionisti avevano raggiunto la sottostante Malga Premassone a quota metro 1670. I tecnici li hanno accompagnati in sicurezza attraverso un tratto critico, situato un poco più in basso, dove il torrente Remulo in piena aveva creato qualche problema sulla strada per raggiungere il ponte del Guàt.

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