SI CERCA L'ASSASSINO DI CASAZZA

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Da tre giorni i carabinieri di Clusone, al comando del Tenente Maurizio Guadalupi, stanno cercando attivamente Mouhssine Mohamed Amine, il corpulento 32enne marocchino, senza fissa dimora, cliente abituale del Bar Rosy di via Nazionale a Casazza, all'esterno del quale questo lunedì sera si è consumato l'omicidio del 38enne ucraino Mykola Ivasiuk. Allertate nella ricerca anche le Polizie locali del territorio per il pericolo che l'assassino possa fuggire all'estero. Lunedì sera all'esterno del bar Rosy poco dopo le 22.00 era scoppiata una rissa, per futili motivi, alla presenza di testimoni, durante la quale il marocchino avrebbe fracassato la testa all'ucraino utilizzando un bicchiere di vetro, colpendolo violentemente alla nuca. Il 38enne era stramazzato al suolo, perdendo molto sangue: nella culluttazione anche il marocchino si sarebbe ferito e le sue tracce ematiche potrebbe essere utiii nelle ricerche dell'uomo e nelle indagini che si stanno svolgendo a tutto campo. Di lui si avrebbero anche numerose immagini delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso tutta la scena. Nel frattempo, sono tornati in libertà i due uomini arrestati la sera dell’omicidio, scarcerati dal gip Lucia Graziosi dopo gli interrogatori di garanzia in programma ieri. Il primo dei due arrestati, un 39enne di origine calabrese, ha raccontato di essere amico dell’ucraino e di avergli sferrato uno schiaffo in volto, non un pugno. Questo perché voleva calmarlo dopo un litigio con la fidanzata, impedendogli di infastidire gli altri clienti del locale che si erano già lamentati delle sue urla da ubriaco. Il 39enne ha dichiarato al gip “A Mykola ho detto: ‘devo darti due sberle per calmarti?’. Lui mi ha risposto: ‘Che fai adesso, mi picchi?’. Poi, da dietro, è arrivato il marocchino seduto all’altro tavolo, ho sentito un fracasso e ho visto che gli aveva spaccato il bicchiere sulla nuca”. Il calabrese ha sottolineato di essere stato lui stesso a chiamare i soccorsi, praticando alla vittima il massaggio cardiaco su indicazione del 118. Accusato di omicidio preterintenzionale, il giudice lo ha scarcerato “per difetto di gravità indiziaria”, come si legge nell’ordinanza. Il secondo invece è un 46enne di Spinone al Lago accusato di favoreggiamento per avere aiutato il 32enne marocchino a fuggire, prestandogli la sua auto. L’uomo, difeso dall’avvocato Cristina Pizzocaro, ha reso delle dichiarazioni spontanee, spiegando di non aver dato l’auto al 32enne, suo amico, ma di averla lasciata nei giorni precedenti a un meccanico che conoscono entrambi. Per lui il giudice ha disposto la scarcerazione e l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

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