UCCISE IL FIGLIO, CONDANNATO A 9 ANNI E 4 MESI

La Corte d’assise del tribunale di Bergamo ha ritenuto le attenuanti generiche più la provocazione, prevalenti rispetto all’ aggravante del legame di parentela, condannando Polo Corna, 77enne padre di Giambattista, ucciso a coltellate il 3 settembre dello scorso anno, nell’abitazione di via Castelrotto a Bottanuco. L’omicidio era avvenuto in un contesto familiare difficile, caratterizzato da un passato di dipendenze e da un rapporto complicato con il padre. Giambattista aveva trascorso 7 anni in comunità per curare le sue dipendenze, poi aveva conosciuto una donna con problemi psichiatrici, aveva comprato casa, avevano avuto un figlio che poi veniva affidato alla zia. I problemi di dipendenza erano ricominciati, ma era in cura. Lavorava e manteneva il figlioletto. Il giorno dell’omicidio era sobrio, come attestarono gli esami tossicologici effettuati in sede di autopsia. Quel tragico giorno c’era stata una prima discussione perché il 54enne aveva chiesto al padre 20 euro. I genitori avevano chiamato il 112, ma quando i militari sono entrati nell’appartamento della famiglia Corna, Titta dormiva nel suo letto, la casa era in ordine, nessun segno di colluttazione. Poche ore dopo Giambattista sì era svegliato, aveva chiesto altri soldi, voleva tornare al bar. Gli animi si erano accesi, l’uomo aveva spinto la madre ed era tornato in camera sua, dove aveva iniziato a rompere oggetti lanciandoli contro il muro. Il padre, preso il coltello, aveva raggiunto il figlio nella stanza, affondandogli 3 volte la lama nell’addome. La Corte ha accolto la richiesta avanzata dall’avvocato Barbara Bruni di consentire all’imputato gli arresti domiciliari e di uscire un’ora alla settimana.

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