ACCOLTELLA IL MARITO DAVANTI AL FIGLIO
Nuvolento, un paesotto di poco meno di 4 mila abitanti alle porte della Val Sabbia e a pochi chilometri da Brescia, questa domenica mattina si è svegliato in un incubo. Nella serata di ieri, senza che nessuno ne avesse sentore, in via Carlina, in una casa rinchiusa fra altre abitazioni in una corte tipica della pianura bresciana, si è consumata una tragedia, una di quelle destinate a lasciare il segno in una comunità come questa. Solo alle prime luci dell'alba quando il via vai di inquirenti si è fatto insistente, i vicini e il paese ha preso coscienza di quanto accaduto, come un fulmine a ciel sereno, senza che nessuno potesse immaginare che in quella famiglia molto conosciuta e ben voluta in paese, covasse fuoco sotto la cenere. Ieri sera, nella casa dove vivevano Romano Fagoni, sua moglie Raffaela Ragnoli ed il loro figlio 15enne, la donna, pare dopo l'ennesima lite, si è scagliata contro il marito impugnando un lungo coltello da cucina e lo ha colpito ripetutamente alla gola, finché l'uomo, 59 anni, ormai privo di vita non si è accasciato a terra. Quando i soccorsi sono arrivati in posto, chiamati dal figlio della coppia, per l'uomo non c'era più nulla da fare. Uno dei colpi gli ha probabilmente reciso la carotide senza lasciargli scampo. Ma che cosa ha scatenato la furia di una donna che in paese tutti dicono mite, che era impegnata nel volontariato in parrocchia e per il piedibus? Pare che da tempo in famiglia ci fosse del clima teso - anche se sui social appaiono foto di gite di una coppia apparentemente serena e senza problemi - pare che marito e moglie litigassero spesso come avrebbe ammesso la donna interrogata dal PM dopo il suo arresto nella notte. Le tensioni potrebbero essere scatsurite dal carattere autoritario dell'uomo ma pare non via siano denunce pregresse. Il clima in famiglia pare si fosse fatto più teso dopo che Romano, ex operaio, aveva perso il lavoro, in casa forse c'erano difficoltà economiche e poi a gravare sul menage l'anziana madre della vittima da accudire. Gli inquirenti per ora stanno svolgendo accertamenti a 360 gradi per capire cosa abbia armato la mano della signora Fagoni, anche se pare esclusa la premeditazione. La donna, classe 1966 si trova ora in carcere con l'accusa di omicidio volontario. Intanto per tutta la giornata di questa domenica nella casa di via Carlina sono proseguiti accertamenti e rilievi. La coppia era sposata dal 1992 e oltre al figlio 15enne che avrebbe assistito al delitto, ha un'altra figlia più grande che da qualche tempo non viveva più in famiglia.
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