DUE COLTELLI NELL’OMICIDIO DI BOTTANUCO

Un mix di situazioni all’origine dell’omicidio di Bottanuco. L’esaperazione del padre, Paolo Corna, la disperazione della madre, Giuseppina Verzeni e forse anche la disperazione del figlio Giambattista per non essere riuscito a dare una svolta alla sua vita da ex tossicodipendente. Dunque una triste storia finita nel peggiore dei modi. Nella prima fase del litigio, dopo una colluttazione con spintoni, il pensionato aveva afferrato un coltello, tolto di mano dalla moglie, poi dopo che il figlio si era rifugiato in camera scaraventando a terra il televisore, il padre lo aggrediva con l’arma del delitto presa da un cassetto. È bastata una spinta per fare cadere Giambattista sul letto perché in preda ai fumi dell’alcol. Paolo Corna, dopo aver sferrato tre coltellate di cui una mortale, ha poi atteso l’arrivo dei carabinieri, dicendo loro: “io l’ho colpito con un coltello piccolo ma non gli faceva niente, quindi ne ho preso uno più grande”. L’uomo avrebbe poi chiesto al maresciallo di verificare se il figlio respirasse ancora, altrimenti sarebbe rientrato a “ucciderlo definitivamente”. Il 77enne, finito in ospedale dopo l’arresto, sarà presto trasferito in carcere. Per il gip l’uomo non sa controllare gli impulsi, c'è il rischio che a casa lo rifaccia nuovamente. Nell’ordinanza a suo carico si parla di “pericolosità sociale”, di “incontenibile violenza”. “È distrutto - afferma il suo avvocato Barbara Bruni, che aveva chiesto i domiciliari e che ora rifletterà se ricorrere al Riesame - è una persona chiusa, afferma il legale, non abituata a buttare fuori le emozioni”.

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