"CARA GIULIA"

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Cara Giulia. E' una lettera ad un figlia meravigliosa che non c'è più, uccisa dall'ex fidanzato, la vicenda è nota a tutti, il libro che Gino Cecchettin ha scritto per ricordarla e per sostenere le vittime della violenza di genere. E' stato presentato, nell'ambito del festival letterario Oltreconfine, in un centro congressi a Boario Terme, gremito come mai. Lui l'ingegnere informatico, incalzato dalla giornalista Maria Ilaria Dondi, ha raccontato la sua Giulia e la sua vita prima e dopo il femminicidio. "Tu avresti voluto – si legge nella quarta di copertina – una società fatta di persone che reagiscono positivamente alle difficoltà, che non si lasciano sopraffare dalla negatività e dalla violenza. Questo significa restare umani". La sofferenza letta negli occhi, la forza nei suoi gesti e nella sua pacatezza, Gino da qui è ripartito, da ciò che gli aveva insegnato sua figlia, senza creare odio e inseguire vendetta. Il valore delle testimonianza di Giulia è tutto in questo libro che è stato scritto con l'obiettivo, non la presunzione, che possa aiutare a far sì che quanto accaduto a Giulia non accada più, perché i dati sui femminicidi – l'uccisione di una donna in quanto donna – sono agghiaccianti: 7 mila 416 al mese, 243 al giorno, 10 ogni ora, uno ogni cinque minuti. Dal suo dolore Gino ha capito tante cose, anche che i figli vanno ascoltati, vanno amati e glielo si deve dire. Ai ragazzi ha detto invece di coltivare con tenacia e perseveranza i propri sogni.

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