ELENA UCCISA CON 16 COLPI

Sono almeno 16 i colpi di martello inferti con particolare violenza da Ezio Galesi alla sua ex fidanzata Elena Casanova, non lasciandole scampo. Sono questi i primi dati che emergono dall'autopsia sul corpo della 49enne, operaia all'Iveco, aggredita e quindi uccisa poco dopo le 19.00 di mercoledì 20 ottobre davanti alla sua casa in via Fiorita a Castegnato. Galesi, 59 anni, che aveva convissuto per qualche tempo con Elena nel periodo di lockdown, pare senza occupazione fissa, avrebbe ammesso le sue responsabilità ai carabinieri ed al pm Carlo Pappalardo, come peraltro aveva già fatto di fronte ai primi increduli testimoni, i vicini di casa di Elena, accorsi sul luogo della tragedia attirati dalle urla disperate della donna. Ai vicini accorsi per portare aiuto a Elena Galesi avrebbe detto: “L'ho uccisa io, l'avevo detto e l'ho fatto. Ero stufo”. Le indagini comunque continuano per ricostruire il quadro dove è maturata la tragedia. Gli inquirenti si stanno concentrando anche sulle comunicazioni fra i due, i loro telefoni sono stati posto sotto sequestro. I carabinieri vogliono capire se nelle comunicazioni vi fossero state minacce. Pare infatti che la donna avesse paura dell'ex, anche a seguito di azioni stalkeraggio avvenute negli ultimi mesi, quali scritte sui muri delle case vicine dove rivendicava di aver fatto per lei gratuitamente dei lavori nella sua casa, appostamenti e telefonate improvvise e reiterate. Elena pare avesse ora un nuovo fidanzato: il marito e la figlia 17enne vivono in zona, a poca distanza dalla casa di Elena: il caso ha voluto che passassero di fronte alla sua casa pochi minuti dopo che era avvenuto il dramma. Per chiarire i contorni della vicenda e definire il contesto nel quale è maturata la follia omicida ed arrivare alla definizione dei capi di imputazione, gli inquirenti stanno sentendo anche diversi testimoni che conoscevano la vittima.

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