QUATTRO INTERVENTI PER IL SOCCORSO ALPINO
E’ stata una domenica intensa quella appena trascorsa per i tecnici del Soccorso Alpino allertati per quattro interventi in zona impervia sulle nostre montagne bresciane e bergamasche. Il primo intervento è scattato nella tarda mattinata per la Stazione di Valle Trompia della V Delegazione bresciana per un uomo di 78 anni colto da un malore lungo la strada sterrata che collega Pezzoro con il rifugio Cai Valtrompia, nel comune di Tavernole sul Mella a circa 1200 metri di quota. Sul posto unitamente ai tecnici anche l’elisoccorso da Bergamo ed un’ambulanza. L’uomo è stato raggiunto, valutato, trattato e imbarellato, infine trasportato in ospedale per gli accertamenti. Un doppio allertamento sempre in tarda mattinata invece per i tecnici della Stazione di Valle Sabbia, V Delegazione bresciana. Il primo riguardava un uomo precipitato per alcuni metri da una cengia sul Monte Maddalena nel settore principale della falesia a circa 600 metri di quota. L’uomo raggiunto dalla squadra di Soccorso Alpino e l’elisoccorso da Brescia è stato poi portato in ospedale. Poco dopo la seconda allerta intorno alle 15 nel territorio del comune di Mura, per una donna infortunata in luogo impervio. Sul posto una squadra del Soccorso alpino e l’elisoccorso di Bergamo che dopo aver valutato la donna l’anno recuperata con il verricello e trasferita in ospedale. Infine il quarto intervento a Livigno, nel pomeriggio di domenica per un alpinista di 62 anni al Pizzo Paradisino. La chiamata al Soccorso Alpino è arrivata intorno alle 15,15. Dalle prime informazioni l’uomo era rimasto bloccato in parete, ad un’altezza di 3300 metri, senza più riuscire a scendere. I tecnici lo hanno raggiunto con l’elicottero e recuperato. Non avendo riportato alcun tipo di lesioni, non si è reso necessario il trasporto in ospedale. Tra gli inteventi di domenica si segnala anche la tragedia lungo la ferrata della Val del Rì, a Mezzolombardo, in Trentino, dove ha perso la vita un escursionista 26enne veronese che dopo aver perso l’equilibrio dopo il secondo ponte tibetano è precipitato nella forra per una trentina di metri finendo nell'alveo del torrente sottostante.
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