Stupore per lo stop alle miniere in Val del Riso
Doccia gelata in Valle del Riso dopo la notizia dello stop, da parte del Ministero dell’Ambiente all’estrazione mineraria in aree sottoposte a vincolo ambientale. La fetta di territorio attenzionata dalla società australiana Altamin, con l’intento di tornare ad estrarre zinco dal sottosuolo fa infatti parte del Parco delle Orobie Bergamasche. Scatta quindi il semaforo rosso, rischiando di far naufragare il progetto degli australiani. “Non ci aspettavamo il no categorico da Roma”, ha commentato Giampiero Calegari, sindaco di Gorno e presidente della Comunità Montana Valle Seriana. “Avevamo intuito un rallentamento, ma non pensavamo questo. Eravamo consapevoli di qualche difficoltà, per quella che poteva essere un’occasione di rilancio per la valle, incrementando anche nuovi posti di lavoro. Al progetto si lavora da quasi dieci anni, francamente mi chiedo come sia possibile che, solo ora, emerga che quella è un’area sottoposta a tutelata ambientale, e parte del Parco delle Orobie Bergamasche. Questo, sono sincero, lo trovo molto strano”. Angelo Dallagrassa, sindaco di Oneta, nel manifestare il proprio rammarico evidenzia come rispetto all’attività di estrazione fatta a suo tempo, è chiaro che oggi si debba tenere conto di determinati aspetti, uno su tutti quello ambientale. Scettico Alex Airoldi, capogruppo di minoranza nel consiglio comunale di Oneta: “sono sempre stato scettico riguardo al rilancio delle miniere. Avrebbe magari portato un po’ di occupazione, ma poco in linea sugli intenti turistici sui quali si sta lavorando negli ultimi anni in Val del Riso”.
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