Maxi sequestro di opere d'arte
Un maxi sequestro preventivo dal valore complessivo di 1 milione e 600 mila euro è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Udine a carico di due indagati bresciani, accusati di ricettazione e riciclaggio di opere d’arte. Il decreto di sequestro è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Brescia. Le operazioni hanno riguardato 284 reperti per un totale di 578 oggetti d’arte di cui 26 provento di vari furti avvenuti nel corso degli anni, nonché 5 opere d’arte moderna di famosi maestri, risultate contraffatte. A giustificare il sequestro la sproporzione del valore economico delle opere con le possibilità economiche degli indagati. Le indagini erano scattate quattro anni fa quando i militari avevano individuato sul web un dipinto olio su rame del XVII secolo, raffigurante Santa Caterina da Siena, messo in vendita da un utente privato residente in un paese della bresciana. L'immagine era stata subito messa a confronto con quelle disponibili all’interno della “Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti” in uso esclusivo al Comando, dal quale era emersa un'ipotetica corrispondenza con il dipinto di Santa Caterina da Siena rubato nel 2009 in provincia di Perugia presso l’abitazione di un antiquario. Il “ramino” messo in vendita sul web presentava però caratteristiche diverse da quello rubato. Successive analisi hanno invece permesso di scoprire che l'opera era stata modificata per renderne difficoltoso il riconoscimento, andando così a integrare il reato di riciclaggio di opere d'arte. A seguito della perquisizione dell'abitazione di un 40enne bresciano sospettato, è emerso che nella casa, di proprietà dei genitori si celava un ricco bottino di opere d'arte che il padre aveva accumulato negli anni di attività di commercio nel settore dell'antiquariato. Il ramino ricercato non è stato rinvenuto in quanto già venduto, ma dopo ulteriori accertamenti l'opera è stata ritrovata e sequestrata presso l'abitazione di un cittadino modenese, non indagato, che l'aveva acquistata ignaro della situazione. I dipinti trovati nella casa del 40enne sono stati cotrollati dal Comando nello specifico database. Tra i dipinti, 23 sono risultati essere stati rubati tra il 1971 e il 2009 ai danni di diversi soggetti privati ai quali sono state rispettivamente restituite a seguito del riconoscimento. I due indagati, padre e figlio, in possesso di decine di opere d’arte prive di documento che ne stabilisse la lecita provenienza e tracciabilità, avevano un tenore di vita e una fonte di reddito non compatibile con il possesso di così tanti beni di valore. Oltre ai 23 dipinti di provenienza illecita, altre opere sono state confiscate per “sproporzione", confisca che avviene "quando, per tenore di vita, impossibilità di dimostrarne la lecita provenienza e per le fonti economiche di sostentamento, non è giustificabile il loro possesso in capo all’indagato". Anche 5 dopinti sono stati considerati contraffattti da parte delle fondazioni preposte a tutela del nome dell’artista, tra i quali figurano un Michele Cascella, due Mario Sironi e un Renato Guttuso che, in quanto false, saranno distrutte. Sono stati complessivamente sequestrati 127 dipinti di arte antica e moderna, 15 cornici lavorate di pregio, 4 candelabri, specchiere lavorate, 8 orologi antichi, 3 acquasantiere, 19 statue di marmo, 16 sculture di diverso materiale e altri oggetti tra cui stemmi araldici, vasellame e componenti di pregio per arredamento. Tre beni d’arte – due dipinti e un mobile d’epoca – sono risultati rubati in abitazioni private nel Veneto e nel Piemonte tra il 1991 e il 2000.
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