Spunta un nuovo caso all’Rsa di Pontida

Ai presunti maltrattamenti ai danni degli anziani ospiti dell’Rsa Bramante di Pontida si aggiunge un nuovo caso, riguardo al quale si fa strada l’ipotesi di omicidio colposo. La struttura già coinvolta nell’inchiesta della Procura di Bergamo dopo il blitz dei carabinieri lo scorso 27 febbraio, che portò agli arresti domiciliari un’operatrice socio sanitaria originaria del Costa D’Avorio e il Per un’altra sua ex collega e due dirigenti della struttura fu disposto il divieto temporaneo di esercizio della professione. Altre due persone vennero indagate a piede libero, ma a distanza di undici mesi emerge che a finire sotto inchiesta figura una settima persona. Si tratterebbe di un infermiere, sul cui capo penderebbe la pesante accusa di omicidio colposo. L’indagine, ricordiamo, era nata dalla segnalazione di due operatrici che lavoravano nella struttura. All’inizio chiesero di non esporsi ma una di loro, dopo essersi dimessa, tornò dai carabinieri convinta a farsi avanti e parlare. Anche le figlie di un’anziana ospite segnalarono presunti maltrattamenti, ma anzichè trattarsi di violenze fisiche, risulterebbe trattarsi di condotte rudi, brusche, frettolose, considerate incompatibili con i bisogni di una persona anziana. I successivi accertamenti condotti dai militari della stazione di Cisano e della compagnia di Zogno, suppostati dalle immagini filmate dalle telecamere di sorveglianza nascoste, permisero di accertare i fatti, facendo scattare le prime misure cautelari dopo la lunga ispezione in tutta la struttura e il sequestro di telefoni, computer e altro materiale. Tornando a quest’ultimo indagato, l’uomo risulterebbe essere irreperibile.

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