MAXI FRODE A GUSSAGO: SCOVATI OLTRE 4 MLN DI EURO
Evasione fiscale, riciclaggio, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Erano questi alcuni dei reati contestati dalla Procura di Brescia nell’ambito di un’inchiesta riguardante una maxi frode al Fisco che tra la notte e l’alba dello scorso mercoledì avevano portato i Carabinieri e la Guardia di Finanza del Comando provinciale ad eseguire 27 misure cautelari nei confronti di altrettante persone residenti per lo più in Valtrompia di cui 8 in carcere, 14 agli arresti domiciliari e 5 sottoposti ad obbligo di dimora, unitamente ad un sequestro di oltre 93 milioni di euro. Le indagini sono ancora in corso, ma da quanto emerso finora, pare che a muovere le fila dell’illecita organizzazione ci fosse una famiglia (padre, madre, figlio e zia materna) con base in un cascinale immerso nelle campagne di Gussago. Per loro le manette erano scattate al termine di una lunga indagine, con al centro migliaia di fatture false, per un valore di oltre 500 milioni di euro, che sarebbero state emesse dal 2018 nell’ambito di attività dedite al commercio di materiali ferrosi. Gli indagati sono in tutto 77. Grazie alle numerose intercettazioni telefoniche, gli agenti della Finanza – coordinati dal sostituto procuratore Claudia Passalacqua – sono ora riusciti a recuperare parte del bottino ottenuto illegalmente. Si tratterebbe di oltre 4 milioni di euro sotterrati nei terreni della campagna della Franciacorta, in una zona non troppo distante dal cascinale di Gussago. Oltre ai cash dog - i cani della Finanza addestrati per scoprire denaro nascosto – per scovare il bottino sotterrato in sacchi e fusti a una profondità di alcuni metri sono state impiegate delle ruspe. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di parte del denaro riportato in Italia dagli 'spalloni' da conti correnti aperti all'estero, in Romania, Croazia, Bulgaria e persino Cina.
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