SCOPERTA MAXI FRODE IN BERGAMASCA
Tre persone in carcere, fra loro un bergamasco e due campani, beni sequestrati per oltre 10 milioni di euro e un noto ristorante di Bergamo dove venivano riclati i proventi dell'attività illecità. Con l'operazione Crazy water il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo ha smascherato una maxi frode fiscale portata a termine da un sodalizio criminale composto da tre pluripregiudicati, fra loro un soggetto gravato da precedenti per associazione di stampo mafioso ed un sicario che aveva già scontato una condanna per omicidio. Il provvedimento di custodia arriva alla fine di un'attenta ed articolata indagine che aveva già portato il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza orobica a denunciare 18 persone, 13 finite in carcere l'anno scorso con accuse pesanti come l'associazione per delinquere che aveva nel suo curriculum, estorsioni, rapine, spaccio, lesioni, minacce, detenzione di armi clandestine. In carcere nelle ultime ore sono finiti tre pluripregiudicati molto attivi sul territorio della provincia di Bergamo e di Napoli. Era qui che, infatti che i tre soci in affari, tramite due società operanti nel settore del movimento delle merci, intestate e gestite da prestanome, si accollavano debiti tributari di altre imprese campane che "ripulivano" tramite falsi crediti IVA che producevano con fatture false. 8 milioni di euro, questa l'entità della frode scoperta anche grazie ad un grande lavoro di intelligence condotto anche con intercettazioni ambientali e telefoniche. I guadagni di questa attività non solo servivano ai tre per avere un elevato tenere di vita, venivano addiruttra reinvestiti in una società che ha gestito un noto ristorante di Bergamo. Le quote ora sono sotto sequestro come altri beni per un valore di circa 10 milioni e mezzo di euro: conti correnti, case, auto, moto.
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