In Italia il capo dei narcotrafficanti

Mancava un solo pezzo per completare il puzzle dell'operazione Icaro che – grazie alla indagini condotte dalla Squadra Mobile, dalla SISCO di Brescia e dal Servizio Centrale Operativo e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Brescia e dalla S.P.A.K. Albanese – ha decapitato un'organizzazione criminale specializzata nel traffico internazionale di cocaina. Snodo del narcotraffico tra Sudamerica e Albania, proprio Brescia. Mancava lui, il capo, un 46enne albanese arrestato a Madrid il 21 gennaio scorso durante il blitz delle forze dell'ordine che ha fatto scattare 20 misure cautelari. E' arrivato a Linate in queste ore. Ad attenderlo gli uomini della Polizia di stato che lo hanno portato in carcere. E' considerato il vertice della cellula bresciana dell'organizzazione. L'uomo sembrerebbe essere inserito in uno dei principali gruppi criminali albanesi - il clan CELA di Elbasan facente capo a CELA Suel - e avrebbe mostrato di avere costanti ed importanti collegamenti in Colombia, Ecuador e negli Emirati Arabi Uniti, soprattutto a Dubai, dove dimorano alcuni tra i più importanti trafficanti albanesi. Le indagini che hanno portato a decapitare l'organizzazione hanno preso il via dopo che nel 2020 la Polizia italiana ha scoperto un giro di spaccio in alcuni locali di intrattenimento sul lago di Garda. Individuato il fornitore di cocaina venduta ai clienti durante le serate, la Polizia ha poi ricostruito l’organigramma del gruppo criminale italo-albanese che gestiva il giro. La cocaina, proveniente dal Sud America, arrivava in Italia su autoarticolati che si sarebbero riforniti nei paesi del centro Europa. L'organizzazione curava tutte le fasi del narcotraffico, dallo stoccaggio alla raccolta dei proventi, che veniva inviati ai vertici dell’organizzazione in Albania, attraverso un collaudato sistema che li affidava agli autisti dei pullman che effettuano la tratta passeggeri Brescia-Elbasan.