Tentato omicidio a Urago: cinque arresti

Operazione “break out”. Altri cinque arresti per il tentato omicidio di un ex collaboratore di giustizia di origini campane residente nel bresciano. Sono state eseguite in queste ore a Modena, Napoli, Prato, Genova e Ancona su ordine della direzione investigativa antimafia di Brescia cinque ordinanze di custodia in carcere per altrettanti componenti del gruppo criminale facente capo ad un altro pentito, a suo tempo figura apicale del clan SARNO di Ponticelli (quartiere di Napoli), tuttora inserito nel programma di protezione e arrestato il 6 febbraio scorso a Brescia insieme a due complici proprio per l'agguato fallito al collaboratore di giustizia. I cinque sono indiziati a vario titolo di tentato omicidio, nonché di detenzione e porto di armi alterate con l'aggravante del 416 bis, ovvero associazione di tipo mafioso. L'indagine è la stessa che ha portato in carcere, come detto, altre tre persone il 6 febbraio scorso. Le indagini sono partite dopo l'incendio dell'auto dell'ex collaboratore di giustizia a Urago Mella nel gennaio 2022. L'incendio, infatti, avrebbe dovuto essere l'esca per attirare in strada l'uomo e freddarlo. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine aveva mandato in fumo in piano. Ma, visto i trascorsi della vittima e i suoi collegamenti con la criminalità organizzata, la DDA aveva avviato indagini in quel mondo. Le indagini condotte successivamente dalla DIA di Brescia hanno chiarito il contesto nel quale era maturato l'atto intimidatorio e le vere intenzioni del gruppo criminale. Con gli arresti di queste ore si chiude il cerchio attorno alla vicenda che come detto ha già visto tre fermi eseguiti il 6 febbraio scorso ed altri tre arresti precedenti, fra questi quello di un altro ex collaboratore di giustizia fermato dopo aver acquistato un fucile di precisione Remington mod. 700 cal. 308, completo di ottica e munizioni, reperito sul mercato delle armi rubate, con l’intento di utilizzarlo per commettere l'omicidio, che, se non sventato, avrebbe potuto innescare una faida. Le investigazioni hanno inoltre evidenziato i contatti del clan SARNO con alcuni esponenti ritenuti vicino alla cosca ‘ndranghetista ARENA di Isola Capo Rizzuto.

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