Gardone: interrogato il 21enne
Una lite maturata in strada, fra insulti e minacce, alla luce del sole, tra le poste, la biblioteca, la fermata del pullman. E' quella che questo giovedì sera è culminata nell'accoltellamento di un 19enne africano residente a Marcheno che ora si trova in gravi condizioni in ospedale. I carabinieri, che la notte stessa hanno arrestato un 21enne di Magno di Bovegno con l'accusa di tentato omicidio, in queste ore stanno cercando di ricostruire i fatti, ascoltando numerose testimonianze e analizzando i filmati delle telecamere della zona. La lite infatti sarebbe avvenuta in più fasi, in centro al paese, intorno alle 18.00. I due ragazzi, secondo prime indiscrezioni, noti in valle, pare avessero avuto diversi screzi negli ultimi mesi e tra i due quindi non correva buon sangue e la tensione tra i due avrebbe coinvolto anche i reciproci amici. Pare che il 21enne, ora in carcere, fosse con la fidanzata e che la lite sia nata già davanti alle poste, quindi i due si sarebbero rifugiati in biblioteca ma all'uscita avrebbero ritrovato ad attenderli il 19enne con il suo gruppo di amici, pare armati di spranghe e sfollagente, e la lite è culminata alla fermata del pullman dell'ex Serotti dove il 21enne, con piccoli precedenti alle spalle, ha estratto dalla tasca un coltello a serramanico e ha accoltellato il 19enne con diversi fendenti al collo, alla testa e al torace. Mentre gli amici del giovane lo soccorrevano e chiamavano i soccorsi, il 21enne con la fidanzata si sarebbe recato dai carabinieri di Villa Carcina affermando di essere stato aggredito e di essersi difeso. E' stato portato in ospedale per farsi medicare e poi è stato arrestato dai carabinieri di Gardone Valtrompia che nel frattempo si erano messi sulle tracce dell'aggressore. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto questo sabato mattina, durante il quale l’avvocato difensore ha chiesto e ottenuto i domiciliari, il 21enne avrebbe ammesso di aver accoltellato il 19enne e avrebbe ribadito di essersi difeso da quella che riteneva “una caccia all’uomo”, di essersi sentito accerchiato e minacciato dal gruppo e di aver sferrato le coltellate con un coltello – avrebbe affermato – gettato a terra dalla banda stessa. Mentre le indagini continuano, per stabilire le responsabilità e il contesto in cui è maturata l'aggressione, la comunità della Valtrompia si interroga con preoccupazione sul modo di affrontare un disagio giovanile crescente che troppo spesso sfocia in una violenza ingiustificabile.
Commenti
Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!