Più aiuti contro la peste suina
Una proposta di risoluzione per difendere la produzione e l’occupazione del settore suinicolo lombardo colpito dagli effetti della Peste suina africana (PSA), una malattia virale, contagiosa e mortale per gli animali mentre non è dannosa per l’uomo, che colpisce i suini: è stata approvato a maggioranza dalla Commissione Attività Produttive della Regione in seduta congiunta con la Commissione Agricoltura. Nel corso degli ultimi due anni è emerso che una delle maggiori criticità che impattano sulla filiera suinicola lombarda risulta essere l’inadeguatezza degli ammortizzatori sociali. Nella proposta di risoluzione vengono quindi accolte le richieste delle realtà produttive del comparto zootecnico e della trasformazione e viene proposta un pacchetto di azioni economiche e gestionali per far fronte alle drammatiche ricadute della pandemia in termini occupazionali e di competitività delle aziende suinicole. Il testo prevede, innanzitutto, lo stanziamento di ulteriori risorse che consentano alle aziende di fronteggiare l’attuale situazione di crisi della filiera suinicola. Inoltre, la proposta di risoluzione considera l’opportunità di rivedere la CISOA (Cassa Integrazione Speciale per Operai Agricoli), con forme di tutela più adeguate nei confronti dei lavoratori a tempo indeterminato attraverso l’ampliamento delle ore di cassa integrazione e maggiori garanzie per i lavoratori a tempo determinato. In Lombardia sono allevati circa 5 milioni di suini che rappresentano più del 50% sull'intero comparto nazionale. L’80% degli allevamenti lombardi di suini è concentrato nelle Province di Cremona e Mantova. Un settore che, oltre a rappresentare una delle principali filiere per l'economia agricola regionale, alimenta molte delle più importanti produzioni Dop italiane. “L'epidemia sarà di lunga durata” – prevede il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Invernici, relatore della proposta che prevede, inoltre, uno strumento normativo e finanziario nazionale che consenta la valorizzazione degli animali sani provenienti dalle zone di restrizione nel rispetto delle norme sanitarie, includendo un meccanismo di garanzia per riconoscere agli allevatori un prezzo equo e non speculativo, colmando il divario tra il prezzo CUN (Commissioni Uniche Nazionali) e il prezzo effettivamente riconosciuto dal macello. Il Presidente della Commissione Agricoltura Floriano Massardi (Lega) ha sottolineato il ruolo della prevenzione: “I cacciatori ci stanno dando una mano enorme nella lotta alla PSA. Da molti mesi stanno svolgendo un servizio pubblico di prevenzione e di salvaguardia del comparto suinicolo compreso nel triangolo delle provincie di Brescia, Mantova e Cremona, dove c’è un’altissima concentrazione di allevamenti e macelli. La situazione è attualmente sotto controllo, anche se si tratta di un problema con il quale le aziende dovranno convivere per anni.”
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