I dazi minacciano il vino Made in Italy

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Il blocco delle spedizioni di vino verso gli Stati Uniti, causato dai timori legati ai dazi, potrebbe danneggiare e non poco le cantine italiane, sia dal punto economico che strutturale. Secondo una stima della Consulta Vitivinicola della Coldiretti, effettuata in base ai dati Istat delle vendite marzo-aprile 2024, tale blocco potrebbe costare fino a 6 milioni al giorno alle cantine italiane con un'alta probabilità di perdita del posizionamento del prodotto sugli scaffali statunitensi. Per il mondo del vino Made in Italy dunque, alla vigilia del Vinitaly, c'è grande preoccupazione rispetto alle incertezze legate all'annuncio del presidente americano Donald Trump di imporre tariffe aggiuntive che potrebbero arrivare fino al 200% sulle bottiglie europee. L'incertezza legata ai dazi sta causando un blocco nelle spedizioni e negli investimenti, una situazione seria e che, come affermato dal Vicepresidente di Coldiretti Brescia, Silvano Brescianini, desta preoccupazione vista la grande strategicità del mercato statunitense che per la viticoltura italiana rappresenta un'opportunità e uno sbocco in continua crescita ed evoluzione. Inoltre vista la costante crescita degli investimenti commerciali negli Usa, un importo dei dazi elevato, potrebbe avere conseguenze significative sul settore. E' in questo ipotetico scenario che Coldiretti Brescia chiede azioni urgenti a livello nazionale ed europeo per scongiurare o ridurre al minimo l’applicazione di questi dazi, e tutelare un settore come quello del vino, che è strategico per l’economia del territorio. Il 96% dell'export agroalimentare verso gli Usa viaggia su nave e secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat, il timore attuale è che i carichi possano arrivare a destinazione quando i dazi sono già scattati. Per tale ragione gli importatori attualmente attendono segnali dall'amministrazione Trump prima di effettuare ordini. Una situazione che colpisce le aziende vinicole italiane che potrebbero non recuperare più le commesse perse ora. Un altro pericolo è anche quello di perdere quota di mercato e posizionamento sugli scaffali conquistati nel corso di un decennio che ha visto il valore dell’export di vino negli Usa triplicare. Secondo un’analisi della Consulta Vitivinicola della Coldiretti presieduta da Francesco Ferreri, un dazio al 200% potrebbe portare alla perdita fino al 70-80% delle esportazioni di vino, favorendo la concorrenza da parte di altri Paesi non colpiti dalla guerra commerciale. Coldiretti ricorda inoltre che durante il primo mandato Trump il vino rimase escluso dai dazi che colpirono l'agroalimentare Made in Italy, ma le vendite fecero comunque un calo del 6%. Per le cantine italiane si prevede una vera e propria stangata da almeno un miliardo di euro.

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