SALDI ESTIVI A MACCHIA DI LEOPARDO

Le previsioni erano al di sopra della media, ma a distanza di un mese dall’avvio dei saldi, il quadro che si presenta è sconfortante. Potrebbe definirsi un vero e proprio flop quello di questi saldi estivi 2024, non solo a livello regionale, ma anche nazionale. I saldi partiti nelle varie Regioni il 6 luglio scorso, registrano secondo il sondaggio svolto da Federazione Moda Italia Confcommercio, nel 60% dei casi vendite in calo mentre il restante 40% sono per il 25% stabili e solo per il 15% in crescita. Le vendite di prodotti di moda a livello nazionale hanno registrato un calo medio del 4,6% nel I semestre 2024 e neppure i saldi di luglio sono riusciti a invertire il trend dei consumi, con una perdita media in valore dell’8,1%. Un quadro tutt’altro che positivo con i saldi che sono partiti a macchia di leopardo anche a Brescia e Bergamo. Nel bresciano il presidente di Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti ha stimato una perdita nei primi due giorni tra il 30% e il 50%, complice anche l’avvio dei saldi in concomitanza con il Giro d’Italia femminile. Con un calo di tale portata la contrazione generale delle vendite in città nel mese di luglio ha superato la media nazionale dell’8,1%. La contrazione ha riguardato soprattutto il settore dell’abbigliamento. Il comparto calzaturiero, invece, ha mostrato una maggiore resistenza. Nel primo mese le percentuali di sconto sono variate del 20 al 30%, mentre ad agosto arriveranno a raggiungere la quota del 50%. Situazione analoga anche in bergamasca dove le previsioni di Confcommercio Bergamo stimavano un budget di 205 euro a famiglia per i saldi, ma nella realtà dei fatti i saldi di luglio hanno registrato un -10% rispetto allo stesso periodo del 2023. Secondo Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento di Confcommercio il dito va puntato contro il meccanismo distorto di sconti che diventano insostenibili per le attività con svendite che vanno spesso oltre le possibilità e reclama la necessità di pensare ad un nuovo modello per l’intero settore che tra inflazione e consumi al palo rischia un vero disastro nei prossimi anni. La sensazione è quella dunque di una contrazione e un disinteresse generale con i saldi che stanno perdendo appeal e non riescono più a esercitare la stessa leva che in passato.

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