SI DIFENDE L'INFERMIERA DI PREMOLO

Laura Mappelli, 49 anni di Premolo, ex infermiera ausiliaria alla Casa di riposo di Albino, accusata di aver cercato di liberarsi a dicembre 2015 del marito Bortolo Rossi mettendogli sonnifero nel caffè e poi somministrandogli insulina, ieri ha deposto davanti al Collegio del Tribunale di Bergamo presieduto dal giudice Antonella Bertoja e ha respinto l’accusa con le seguenti parole:«Io a mio marito non ho dato niente, ci ho ragionato anche mentre ero in carcere e non gli ho dato niente». La donna lo avrebbe fatto, secondo il ragionamento del pubblico ministero Laura Cocucci, per essere libera di frequentare il 52 enne, autista, con cui aveva intrecciato una relazione pochi mesi prima del presunto tentativo di omicidio: i due si erano conosciuti quando l' uomo era stato degente nella struttura dove lavorava l’infermiera. Ieri il confronto in aula è stato proprio tra le due protagoniste: da un lato l’imputata, per la prima volta alla sbarra, e dall’altro la pm, che le ha fatto ricostruire passo dopo passo la vicenda, incalzandola e rimarcando più volte i suoi «non ricordo». Laura Mappelli ha ricostruito la giornata del 4 dicembre, giorno in cui Bortolo Rossi, accusato un malore, era stato ricoverato: una settimana più tardi lei era stata arrestata per tentato omicidio. «Ho un ricordo grossomodo preciso di quel giorno: mio marito era uscito verso le 6 e mezza. Una volta rientrato ha fatto colazione: si è fatto pane e marmellata, e io gli ho preparato il caffè, con una cialda». Caffè che, secondo la ricostruzione, potrebbe aver contenuto il sedativo che, mettendo fuori combattimento Rossi, avrebbe permesso poi di somministrargli insulina e farlo andare in crisi ipoglicemica. Ora non resta che attendere il 4 luglio per le conclusioni delle parti e, con buona probabilità, per la sentenza.

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