PREMOLO: 14 ANNI PER TENTATO OMICIDIO
Si tratta di tentato omicidio premeditato nei confronti del marito. Così si sono pronunciati i giudici del collegio presieduto da Antonella Bertoja dopo un’ora e mezzo di camera di consiglio. Per questo Laura Mappelli, quarantanovenne di Premolo, è stata condannata a 14 anni di carcere. Il movente era emerso durante il dibattimento: secondo l’accusa, l’imputata voleva eliminare il consorte per stare con il 52enne amico del cuore. La donna, ex infermiera ausiliaria della casa di riposo di Albino, attualmente agli arresti domiciliari, ha ascoltato la lettura della sentenza impietrita, in piedi accanto al suo avvocato Davide Salvatore. Pochi minuti dopo, fuori dal tribunale, è scoppiata in un lungo pianto. «Non ho nulla da dire», respinge i cronisti. «Neanch’io ho nulla da dire - aggiunge il difensore -, sono sufficientemente stupito». Dispiaciuto lo è invece il marito, che il 4 dicembre del 2015 era finito in ospedale in gravi condizioni dopo un’iniezione di insulina. Fu la moglie, dice la sentenza di primo grado, ad addormentare il marito con una dose di sonnifero sciolta nel caffè e a iniettargli il farmaco dopo che lui era caduto preda del sonno. «Sono dispiaciuto perché non pensavo che il nostro rapporto finisse in questo modo - dice l’uomo subito dopo la sentenza -. Credevo molto nel nostro matrimonio. Del resto, come mi hanno dipinto anche in quest’aula durante il processo, sono un buono, un innocente, un puro. Sono molto legato ai valori e agli ideali che in questa società non è che siano rimasti. Io mia moglie l’ho già perdonata da tempo. Il perdono serve anche a me per lasciare dietro questa situazione. Serve per andare avanti». «È una situazione di grandissima sofferenza - rimarca l’avvocato di parte civile Cristina Redondi -. Il mio assistito si aspettava la verità e la verità è questa». Cioè, tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione. Il tribunale ha concesso le generiche, come chiesto dal pm Laura Cocucci, all’imputata perché era stata lei ad avvertire il 118. «Salvando la vita al marito», ha sempre sottolineato il difensore, che la scorsa udienza aveva invocato l’assoluzione. Per Laura Mappelli è scattata anche l’aggravante della recidiva. La donna, infatti, era già stata condannata perché minacciò di incendiare la casa a un precedente compagno. L’imputata dovrà risarcire al marito 50 mila euro. Inoltre, è stata interdetta in perpetuo dai pubblici uffici.
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