UCCISE L’AMICO, INCERTO IL MOVENTE

All’incertezza sul movente del delitto dell’imprenditore di Romano di Lombardia, Fausto Gozzini, si riflette l’aggravante della premeditazione. Non vi sarebbe prova certa, di tutto ciò. Questo quanto scritto nero su bianco dal presidente della Corte d’Assise nelle 33 pagine di motivazione della sentenza di condanna a 24 anni di reclusione per Domenico Gottardelli, il 79 anni, l’artigiano idraulico in pensione di Covo, in carcere dal 14 settembre 2022, dopo aver freddato, con una fucilata, l’amico imprenditore di 61 anni, di Romano di Lombardia, negli uffici della sua ditta a Casale Cremasco. Secondo i giudici non reggerebbe la versione del condannato il quale sostiene una sorta di complotto tra la vittima e la Colf di casa dell’anziano, i quali dopo aver intrecciato una relazione sentimentale durata circa quattro o cinque mesi, gli avrebbero fatto sparire 300 mila euro nascosti nel garage di casa Gottardelli, frutto della vendita di un appartamento sul Lago d’Iseo. Ma nemmeno quanto raccontato dalla vedova di Gozzini cioè che il marito non volesse più prestare a Gottardelli la sua casa in Tunisia, perché gli erano giunte voci che il pensionato vi portasse ragazzini minorenni. La colf ha precisato come al legame di amicizia tra Gozzini e Gottardelli, ci fosse anche uno stretto rapporto dettato da investimenti immobiliari in Tunisia e anche a Dubai. Secondo la Corte, potrebbe prospettarsi, senza certezze processuali, che il movente del crimine affondi negli oscuri rapporti di affari corsi tra i due, sorto a seguito di questioni legate a dare e avere.

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