SOSPESA FURBETTA DEL CARTELLINO
Truffa e assenteismo, queste le contestazioni a carico dalla dipendente già indagata per le timbrature. L’indagine sulle due presunte furbette del cartellino del Comune di Villongo - M. S. di Tavernola e D. C. di Chiari (Brescia), entrambe di 44 anni - pareva finita su un binario morto. Il gip Bianca Maria Bianchi, di fronte alla richiesta di sospensione dal servizio avanzata dal pm Giancarlo Mancusi, aveva escluso i gravi indizi di colpevolezza e individuato la necessità di raccogliere ulteriori elementi a carico. Ma i termini dell’indagine erano scaduti, sicché il pm aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, cui il Comune, assistito dall’avvocato Alessandro Zonca, s’era opposto. L’udienza davanti al gip è fissata per il 19 settembre, le strade sono tre: archiviazione, rinvio a giudizio coatto, apertura di un fascicolo bis. Ma ora gli inquirenti hanno scoperto che, per giustificare le assenze dal lavoro, avrebbe, per l’accusa, presentato certificati medici fedelmente riprodotti ma falsi e attestanti che era affetta da 4 tumori. Nei suoi confronti il gip ha firmato la misura cautelare della sospensione dal servizio, eseguita ieri dai militari della Finanza di Sarnico. Il pm aveva chiesto la custodia in carcere. Alla donna il pm contesta la truffa e la violazione del decreto sugli assenteisti introdotto con la riforma Brunetta: 43 episodi (in pratica, i due reati sono conteggiati per ogni giorno dei 19 contestati) per un danno erariale di 1. 133,92 euro.
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