DENUNCE ED ARRESTI A CHIARI

Tre persone arrestate, due con divieto di dimora per un'operazione nell'ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti e un 34enne denunciato per simulazione di rapina. Al lavoro i carabinieri della compagnia di Chiari che hanno smascherato il falso rapinatore e una banda di spacciatori in base ad indagini ed acume investigavito. Alla custodia in carcere per spaccio di tre albanesi di 25, 18 e 26 anni – su misura emessa dalla procura di Brescia – i militari di Chiari sono arrivati dopo complessa e articolata attività d’indagine – coordinata dalla procura – declinata in riscontri raccolti sul terreno che hanno permesso di accertare oltre mille cessioni di cocaina avvenute ad una moltitudine di acquirenti che hanno portato a individuare un 25enne albanese residente a Chiari come il perno di un'attività di spaccio a cui poi facevano da pusher gli altri due finiti in carcere, un 18enne e un 26enne e altri due connazionali, di 27 e 49 anni pure loro residenti in provincia di Brescia. Agli ultimi due, ritenuti dei semplici gregari è stata vietato dimorare in provincia di Brescia. Questi ultimi arresti fanno seguito ad altri quattro, di giovani albanesi incensurati che facevano da pusher al capo banda durante soggiorni turistici in Italia. Se ne tornavano al paese con i soldi guadagnati con lo spaccio. Da qui sono partire le indagini che hanno portato ai fermi e alle denunce delle ultime ore. I carabinieri di Adro hanno invece smascherato nel giro di poche ore, denunciandolo poi per simulazione di reato, un 34enne di Chiari che nella notte del cinque gennaio si è presentato alla stazione di Adro dicendo di essere stato rapinato dell'incasso – 2 mila euro - mentre la sera prima chiudeva la propria attività in un centro commerciale della zona. Aveva raccontato ai militari che a sottrargli il denaro erano stati due sconosiusciti, forse stranieri, che lo avevano minacciato. I militari non si sono fatti ingannare dalla lacunosa ricostruzione dell'uomo e lo hanno smascherato. Per lui, che non ha voluto spiegare le ragioni del suo gesto, né dove siano finiti i 2 mila euro, è scattata la denuncia.

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