MONTECAMPIONE, CONSORZIO E COMUNE AI FERRI CORTI
Da più di 40 anni il Consorzio Montecampione gestisce, per i residenti dei 2500 appartamenti della località turistica, servizi come la pulizia delle strade, il controllo del territorio, svolge interventi di manutenzione, gestisce il servizio idrico, la depurazione, l'assistenza sanitaria con la guardia medica o la farmacia. Tutto questo potrebbe venire meno con la chiusura del Consorzio. Ma perchè mai l'associazione, con il suo cda composto su base elettiva ma volontaria, quindi senza stipendi, da 9 residenti e i due sindaci di Artogne e Piancamuno, con il suo ufficio con 5 dipendenti, con il suo bilancio da 1mln 200 mila euro provenienti dai consorziati ed interamente spesi per il territorio, dovrebbe cessare di esistere? Perchè una clausola dello Statuto approvato nel 2010, quando Montecampione viveva tempi difficili a casusa del fallimento di Alpiaz e Montecampione Impianti, prevede lo scioglimento del Consorzio nel caso in cui uno dei due comuni revochi anche solo una delega al Consorzio. Un'eventualità che oggi è una realtà: il comune di Artogne, sul cui territorio il Consorzio insiste per l'80%, ha infatti annunciato di essere costretto a deliberare nel prossimo consiglio comunale, in occasione del l'approvazione del nuovo regolamento Iuc, dimposta unica comunale, l'applicazione della Tari a Montecampione, sostituendosi di fatto, nella gestione dei rifiuti, al Consorzio che in questo modo decadrebbe, sempre che non decida invece di convocare un'assembla straordinara per modificare lo statuto. Ma perchè il comune sarebbe obbligato a fare ciò? Per via di una legge del 2014 che impedirebbe a società per conto del comune di appaltare tale servizio. Il Consorzio infatti appalta a Valle Camonica Servizi la gestione dei rifiuti. Nel piano Tari del comune di Artogne del 2015 sarebbe quindi stata inserita una clasola in prima applicazione per permettere a Montecampione di portersi continuare a gestire da sé ma ora questo non sarebbe più possibile e il comune di Artogne che è alla prese con la chiusura del bilancio e con il rinnovo del piano Tari, si vedrebbe costretto a fare applicare la legge. Pena responsabilità penali del primo cittadino. Non la vedono così invece dal Consorzio secondo cui il sindaco vorrebbe solo fare cassa e trasformare Montecampione in una frazione di Artogne. Ma la vera domanda è: nel caso che il problema della raccolta dei rifiuti venga risolto affidando il servizi direttamente dal Comune a Valle Camoncia Servizi, chi garantirà ai residenti, tutti gli altri servizi? L'impegno sarebbe oneroso e soprattutto, se l'efficienza dei servizi dovesse venire a mancare, allora sarebbe a rischio l'intero progetto di rilancio messo in campo da tutti, residenti, commercianti e operatori turistici, Montecampione Ski Area, scuole sci e enti pubblici, proprio ora che è stato siglato l'accordo di programma che prevede l'attivazione di importanti risorse pubbliche, proprio ora che il sogno del rilancio, era così vicino.
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