PROCESSO PER AREA EX-SELCA

Gli amministratori della Selca di Forno Allione, fallita nel giugno 2010, divenuta emblema di una delle più acute e irrisolte criticità ambientali d’Italia, sono finiti a processo nella giornata di mercoledì davanti al tribunale di Brescia. Questa volta sono accusati di mancata bonifica di 23mila metri cubi di celle elettrolitiche arrivate dall’Australia. Stessa accusa, questa ultima, anche per gli altri amministratori che si sono alternati dopo il 2010 alla guida dell’azienda, mentre il curatore fallimentare deve rispondere anche di inquinamento e di ostacolo all’attività di vigilanza ambientale. Nel corso dell’udienza di questo mercoledì il Comune di Berzo Demo si è costituito parte civile, mentre il difensore di Flavio Bettoni, l’avvocato Alessandro Stefana, ha depositato una memoria e chiesto il non luogo a procedere da un lato per la violazione del principio del “ne bis in idem”, cioè: non processare due volte per lo stesso reato, (e infatti Flavio Bettoni è già stato processato e assolto per lo stesso traffico di rifiuti), dall’altro perché il suo assistito non aveva avuto modo di provvedere alla bonifica. Dopo l’assoluzione dei fratelli Bettoni dall’accusa di traffico illecito di rifiuti, previsto in altro filone dell'inchiesta, con assoluzione confermata anche in appello, ora Flavio Bettoni, ad altri quattro imputati, oltre che alla stessa persona giuridica della Selca Srl devono rispondere della nuova accusa di mancata bonifica. L’udienza è stata aggiornata ad ottobre.

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