SEGNALI SONORI E VISIVI PER IUSCHRA
Gli sforzi sono tutti concentrati lì, sull'Altopiano di Cariadeghe dove un esercito di soccorritori, da cinque giorni, non si dà tregua. Divisi in 31 squadre, si danno il cambio, si dividono le zone, si confrontano e cercano nei boschi, nelle grotte, nei dirupi, nei sentieri. Il pensiero rivolto a quella bimba spaventata e provata, sola nei boschi, da cinque giorni e cinque notti. Un'idea insopportabile che muove la volontà di 265 uomini il cui obiettivo è trovare Iuschra viva. La bambina, affetta da autismo, giovedì arrivata nei boschi di Serle per una gita con altri ragazzi disabili, seguendo un impulso tipico dell'autismo, ha cominciato a correre allontanandosi dagli operatori della Fondazione bresciana assistenza psicodisabili. Iuschra è corsa via, sparendo dalla vista di chi l'ha inseguita e rendendosi invisibile, in una zona di ricerche difficile da delimitare, visto che potrebbe aver camminato per ore, e difficile da scandagliare perché si tratta di un'area carsica piena di pericoli. E la bambina, chiusa nel suo silenzio, non è nelle condizioni di poter chiedere aiuto. A cercarla a gran voce tra i soccorritori, c'è suo papà accanto agli operatori della Fondazione che non si danno pace. Le gite fuori porta fanno parte del percorso studiato per Iuschra, dalla neuropsichiatra e dall'assistente sociale, nell'ambito del Progetto Autismo, condiviso con la famiglia bengalese della piccola. Mentre la Magistratura ha aperto un'inchiesta, al momento non ci sono indagati, Prefettura e forze in campo fanno di continuo il punto sulle ricerche, effettuate con ogni mezzo, compresi i richiami sonori, come le con sigle di alcuni cartoni animati, o visivi come fasci di luce. Si cerca di giorno e di notte, nelle grotte con gli speleologi, nel bosco con il soccorso alpino, i vigili del fuoco, la protezione civile, con i cani molecolari, con i droni e gli elicotteri dotati di telecamera a sensori termici. Le speranze sono tutte lì, su quell'Altipiano, mentre a casa la mamma e i tre fratellini, di cui uno autistico, attendono il ritorno della piccola e soccorso alpino e vigili del fuoco lanciano un appello: «Se avvistate la ragazzina non dovete avvicinarvi in modo brusco e nemmeno toccarla, porgetele l’avambraccio e restate fermi, in modo che possa sentirsi sicura e avvicinarsi da sola. Chiamate immediatamente il numero 112.
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