MANUELA BAILO SEQUESTRATI I PC

A distanza di settimane dalla confessione, non cambia la sua versione. Fabrizio Pasini, dal carcere di Canton Mombello, continua a negare di aver ucciso volontariamente la sua amante e collega di lavoro Manuela Balio. Difeso dal legale Piatro Paolo Pettenadu, l'uomo, 48 anni di Ospitaletto, nel ripercorrere i fatti di quella notte tra il 28 e il 20 luglio, nella casa dei suoi genitori, continua a non trovare una spiegazione per quel taglio alla gola, ritenuto dal medico legale che ha effettuato l'autopsia, la vera causa della morte della donna. La versione dei fatti di Pasini, rimane fedele alla confessione fatta, al rientro dalla vacanza in Sardegna con la moglie e i figli, a distanza di tre settimane dal delitto, quando messo di fronte agli indizi, l'uomo ha ammesso di aver occultato il cadavere della sua amante, morta in seguito ad una caduta accidentale delle scale, avvenuta durante un litigio. Poi nascosta in una buca in un campo nel cremonese dove è rimasta per tre settimane fino alla confessione. Una versione che però non convince gli inquirenti, perché sulle scale non è stata trovata nessuna traccia di sangue. All'appello manca inoltre ancora, l'arma del delitto. Per riempire i pezzi del puzzle che ancora mancano quindi, le indagini del sostituto procuratore Francesco Milanesi, titolare dell’inchiesta, continuano. Questo martedì 4 settembre, una pattuglia dei carabinieri ha sequestrato, presso gli uffici della Uil di via Vatini a Brescia, dove i due lavoravano, due computer. Mentre per valutare le condizioni mentali di Pasini al momento del delitto, il legale difensore potrebbe decidere, nelle prossime settimane, di chiedere una perizia psichiatrica.

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