“LA POLITICA NON PIANGA SUL LATTE VERSATO”
Prima la Comunità Montana e il Bim di Valle Camonica ritirano le loro quote dalla CISSVA, il che vuol dire per il Caseificio, se le quote non riusciranno ad essere vendute e la prima asta è andata già deserta, restituire circa 450 mila euro agli enti pubblici. Poi gli enti pubblici impiegano 6 anni a dare la disponibilità al Caseificio di usare la galleria di Capo di Ponte come centro di stoccaggio, il che vuol dire che nel frattempo CISSVA ha dovuto spendere per nuove celle e magazzini. E infine, paradossalmente, in Comunità Montana i sindaci si interrogano su come aiutare il Caseificio Sociale che sta affrontando, per conto di una cinquantina di soci agricoltori del territorio e una trentina di aziende che conferiscono al caseificio il loro latte, un periodo di grandi investimenti. Un po' come piangere, per restare in tema, sul latte versato. Così il presidente di CISSVA lancia un messaggio alla politica camuna che negli ultimi anni ha sostenuto di essere stata vicina al settore agricolo con contributi come quelli per svolgere le analisi del latte, pari a 15 mila euro: per aiutare il settore – afferma Giancarlo Panteghini – serve ben altro. Ritirando le proprie quote dalla CISSVA, per effetto della legge Madia che ha ridotto le partecipate dagli enti locali, gli comprensoriali comuni hanno dimostrato di non considerare CIISVA una realtà strategica. Perché – puntualizza Panteghini - le quote ad esempio della Centrale del Latte, utili che – ricorda Panteghini - sarebbero dovuti essere poi distribuiti agli agricoltori camuni. Più vicina a CISSVA, anche se geograficamente più lontana, si è invece rivelata la Comunità montana del Sebino Bresciano che non ha ritirato da CIISVA la sua quota. Il Caseificio Sociale di Valle Camonica sta affrontando un periodo di grandi investimenti: servono nuovi spazi per raccogliere i 160 mila litri di latte che arrivano alla sede di Capo di Ponte, servono attrezzature adeguate e al passo con i tempi per trasformare il latte in prodotti lattiero caseari di qualità, servono celle per la stagionatura dei formaggi, magazzini per la merce e sono in corso nuovi progetti per la produzione di nuovi progetti. Investimenti necessari anzi indispensabili, ad una realtà che vuole crescere. Ma gli agricoltori da soli non possono farcela.
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