COSTA VOLPINO CELEBRA IL GIORNO DEL RICORDO
Perseguitati, costretti a fuggire oppure uccisi. Gli abitanti dell'Istria, della Dalmazia e della Venezia Giulia, durante la seconda guerra mondiale, finirono al centro di fuochi incrociati: le loro città bombardate dalle forze alleate per scacciare il fascismo morente in Italia, le loro terre invase dal regime comunista di Tito e poi consegnate, con il trattato di pace del 1947, alla Jugoslavia. Perseguitati perché volevano restare italiani, condotti nei campi di concentramento del regimo jugoslavo oppure infoibati cioè gettati nelle foibe carsiche. In 350 mila tra istriani, fiumani, dalmati e giuliani riuscirono a fuggire. Profughi in fuga verso l'Italia dove vennero accolti con diffidenza ma dove alla fine riuscirono a rifarsi una vita. Tra quegli esuli c'era anche Giovanni Marini, che ha trovato casa a Costa Volpino. Ad ascoltare la sua storia gli studenti, preparati dagli insegnanti sul significato del Giorno de Ricordo. Ricordare serve a fare in modo che ciò che è accaduto non si ripeta mai più e a rifiutare, ogni giorno, la violenza, l'intolleranza e la discriminazione. Il corteo, partecipato dai ragazzi, accompagnati dal sindaco, dalle autorità civili, religiose e militari e dagli alpini, ha visto la partecipazione di pochi cittadini. Segno che c'è ancora molto da fare, per tenere vivo il ricordo di una pagina della storia ancora troppo poco conosciuta. Il corteo è giunto fino al monumento dedicato ai martiri delle foibe nel parco intitolato proprio al giorno del ricordo. Qui è stato posto un mazzo di fiori a ricordo di tutti coloro che a causa delle guerra, hanno perso la vita e hanno sofferto.
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