MORTI SUL LAVORO, UNA STRAGE SENZA FINE

44 vittime dall'inizio del 2019 in Lombardia. E' una strage che avviene nei luoghi di lavoro. Brescia è la seconda provincia a livello regionale dietro solo a Milano con i 16.594 incidenti nel 2018 in aumento rispetto al 2017. L'ultima vittima sabato sera a Marone. Alla Dolomite Franchi ha perso la vita Amos Turla di 61 anni che dopo aveva trovato impiego nello stabilimento maronese e così sarebbe riuscito tra poco a raggiungere la tanto attesa e meritata pensione. Invece la sua vita è rimasta schiacciata tra due carrelli nel reparto mattone dell'azienda, un'area pericolosissima dove gli operai non dovrebbero entrare. Qualche giorno fa a morire era stato Massimiliano Faro, 51anni, schiacciato da una pesante bobina metallica al centro siderugico brescaino, tre giorni prima era toccato a Felice Cere 58enne di Berzo Inferiore schiacciato in un macchinario alle Ferriere Bellicini. Una scia di incidenti davanti ai quali anche i sindacati non sanno come reagire perché è evidente che le parole e le manifestazioni di piazza non sono servite a niente. Alla Dolomite Franchi dopo lo sciopero indetto dalle sigle sindacali questo lunedì si è svolta un'assemblea con i lavoratori e l'obiettivo dei sindacati ora è quello di aprire un tavolo di confronto urgente con le associazioni del mondo delle imprese. Intanto la comunità di Monte Isola attende il nulla osta del magistrato per riportare a casa la salma di Amos Turla e poter piangerlo e stringersi attorno alla famiglia durante i funerali. L'uomo residente nella frazione di Sinchignano era molto conosciuto, attivo nella vita parrocchiale e della comunità: era infatti diacono e collaboratore del parroco e partecipava a molte iniziative per valorizzare il santuario di Monte Isola. Lascia nel dolore la moglie Patrizia, la figlia Erica, e molti amici.

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