TRAGEDIA A GAZZANIGA LA PROCURA IMPUGNA
Non fu solo la condotta dell’autista del pullman Aliou Gningue a provocare la morte del 14 enne Luigi Zanoletti e le gravi lesioni agli studenti Paolo Marzupio e Simone Bigoni alla stazione dei pullman di Gazzaniga il 28 settembre 2018. Alla tragedia contribuirono anche, a titolo colposo, le omissioni della Sab e dei suoi dirigenti preposti nella gestione della sicurezza del piazzale. Lo sostiene il pm Giancarlo Mancusi nel ricorso depositato alla Corte d’Appello di Brescia chiedendo l’annullamento di quella parte della sentenza con cui il gup Massimiliano Magliacani a metà giugno, oltre a condannare a cinque anni in abbreviato Gningue per omicidio stradale, aveva prosciolto i dirigenti della Sab dall’accusa di cooperazione nell’omicidio colposo e assolto la Sab per responsabilità amministrativa (ai sensi della 231). La segnaletica del piazzale era adeguata, i rischi nella circolazione sul piazzale erano stati ampiamente previsti e soprattutto la condotta di Gningue era stata talmente eccezionale, aberrante e imprevedibile da rendere irrilevante ai fini penali le eventuali omissioni della Sab come presunta concausa, aveva motivato il giudice nella sentenza. Ma nel suo appello il pm contesta un «evidente errore nella ricostruzione dei luoghi», testimoniato dalle immagini delle videoriprese: i cartelli verticali, evocati dal giudice all’ingresso della stazione, sono assenti all’interno del percorso pedonale, e il cordolo giallo, che secondo il giudice limiterebbe con chiarezza la zona ri servata al personale da quella pubblica, si confonderebbe con lo stesso percorso pedonale ingannando gli utenti. «Le persone offese non si trovavano nel punto dello scontro tra i due automezzi per l’ipotetica condotta aberrante di uno dei conducenti ma solo perché un percorso pedonale le aveva condotte lì». I ragazzi si sarebbero disposti sul percorso pedonale non di corsa o disordinatamente ma in modo ordinato, lentamente e in fila indiana, come chi segue le regole e non vuole violarle. «La sentenza di primo grado è motivata, ragionevole, equilibrata e corretta, ci auguriamo che gli argomenti spesi siano mantenuti in corso d’appello», ha commentato l’avvocato Luigi Chiappero, che con un pool di legali assiste i dirigenti della Sab.
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