SI INVAGHISCE DELLA BARISTA E LA PERSEGUITA
Dopo mesi di persecuzioni ed atti di stalking sono stati i carabinieri della stazione di Montichiari a liberare dal suo aguzzino una barista bresciana. La donna, una 39enne che lavorava in bar di Montichiari aveva conosciuto un suo coetaneo di origini rumene residente a Calvisano. L'uomo si era invaghito di lei e l'ha corteggiata a lungo. Ma la donna non ne voleva sapere di lui tanto che, esasperata dalla sua insistenza aveva addirittura cambiato posto di lavoro. Niente da fare, lui non ha mollato la presa, ha continuato ad importunarla e dopo approcci sempre più diretti ed espliciti ha cominciato anche a minacciarla. La donna ha quindi deciso di ricorrere all’ammonimento del questore, un provvedimento di diffida nei confronti dello stalker, che se trasgredito spalanca le porte del carcere al colpevole. L’epilogo nei giorni scorsi quando l’uomo, ubriaco, si è presentato presso il bar della vittima minacciandola di morte. Immediata la chiamata ai Carabinieri che sono arrivati in posto ed hanno arrestato l'uomo che ora si trova ai domiciliari. E' stato invece condannato ad una anno di reclusione un 23enne originario del Mali arrestato dai carabinieri di Montichiari dopo che ha minacciato un autista della SIA che si era accorto che era rimasto sul pullman che stava raggiungendo il deposito e lo aveva invitato a scendere. Voleva essere portato a Fiesse. Dopo il diniego dell'autista ha recuperato un badile dal deposito e si è scagliato contro l'autobus, ha minacciato l'uomo e poi i carabinieri che sono arrivati in posto per calmarlo. Ne è nata una colluttazione ed un militare è rimasto leggermente ferito. Il 23enne è invece stato arrestato per violenza privata, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza a pubblico ufficiale, lesione personale e danneggiamento. Fra le operazioni di questi giorni anche quella dei carabinieri forestali di Brescia che in seguito ad una segnalazione della LAV hanno sequestrato un allevamento lager in provincia di Cremona. All'interno circa 400 bovini in condizioni disumane: molti erano malati, altri detenuti con gli arti immersi nei loro escrementi o con carcasse di animali morti e in decomposizione. I locali delle cisterne del latte era invase da blatte. Per tutti i bovini è stato disposto il sequestro (probatorio per circa una ventina di animali e di fermo sanitario per i restanti 380 circa) e l’affido al Sindaco di Robecco d'Oglio dove ha sede l’allevamento. Le ipotesi di reato per i due titolari sono: maltrattamento (544 ter C.p.) e l’abbandono di animali (727 C.p.)
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