L'OMAGGIO AGLI EMIGRANTI

Sono volti ormai sereni, ma segnati dalla fatica quelli degli emigranti camuni. Quelli che sono tornati dopo anni di lavoro in ogni parte del mondo. La Valle Camonica, ma non solo, ora terra di immigrazione, è stata terra di emigrazione sin dal 1700 quando i camuni emigravano verso Venezia e Roma. Altre due grandi migrazioni hanno interessato il nostro comprensorio fra fine '800 ed inizi '900 e poi nel dopoguerra in condizioni non sempre facili. Per ricordare tutte queste persone, ma anche per condividere le esperienze vissute all'estero da chi è tornato in Valle Camonica è stata fondata anni fa l'associazione emigranti camuni. Il suo primo compito è quello di continuare a tenere viva la memoria anche attraverso la testimonianza nelle scuole e poi durante la commemorazione che si tiene ogni anno a novembre. Per mantenere i contatti con chi vive ancora oggi all'estero in Valle Camonica è nata un'altra associazione Gente Camuna che invia in tutto il mondo l'omonima rivista. Per la commemorazione di quest'anno, come simbolo del sacrificio dei camuni all'estero, Gente camuna ha scelto di raccontare la storia di due giovani biennesi morti nelle miniere dell'Alsazia. Presenti alla cerimonia anche i rappresentanti di altre associazioni del territorio e qualcuno pone l'accento sull'unione e sulle nuove migrazioni. Erano presenti il consigliere regionale Francesco Ghiroldi che ha annunciato la riapertura dei bandi per il finanziamento delle associazioni, il sindaco di Darfo che ha sottolineato il sacrificio degli emigranti camuni, il vice presidente della comunità montana di Valle Camonica, il sindaco di Bienno ed il vice di Berzo Inferiore. Nonostante il maltempo il corteo è sfilato fino al monumento all'emigrante opera di Raffaele Amoruso per la deposizione di una corona e l'omaggio ai caduti. Ad accompagnare il corte la banda cittadina di Darfo Boario Terme.

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