PAGA PER FARE PESTARE IL NIPOTE

Disposta a tutto pur di farla pagare al nipote e alla cognata, tanto da rivolgersi alla 'ndrangheta calabrese prima, a soggetti poco raccomandabili del padovano poi e persino ad un veneto armato di pistola e a dei moldavi. Dopo due tentativi di pestaggio sventati dalla polizia giudiziaria, alla fine è riuscita ad organizzare l'aggressione al nipote senza farsi intercettare ma quando il ragazzo è finito in ospedale, i carabinieri hanno fatto due più due e hanno sottoposto a fermo lei e gli esecutori del pestaggio. Mandante dell'aggressione avvenuta il 19 giugno del 2018 in provincia di Mantova, fuori da una tabaccheria, una 56enne mantovana la quale, per motivi economici legati all'eredità, voleva intimidire la famiglia del nipote tanto da rivolgersi in un primo momento alla cosca della 'ndrangheta Bellocco di Rosarno, di Reggio Calabria. La donna aveva chiesto ad un membro della cosca di organizzare la missione punitiva e l'uomo aveva ingaggiato il nipote, il quale è stato però arrestato per altri motivi proprio la sera del 24 gennaio 2018, quando era stato pianificato il pestaggio e in seguito ha quindi ingaggiato il figlio, ma grazie alle intercettazioni, la DDA di Reggio Calabria con il Ros dei carabinieri in collaborazione con i militari dei Comandi Provinciali Carabinieri della Lombardia, del Veneto e della Calabria, ha sventato il pestaggio. Non soddisfatta la 56enne mantovana è tornata alla carica, affidando l'incarico di pestare il nipote ad altri soggetti pericolosi del padovano, assoldandoli per 3 mila euro. I due avevano persino fatto un sopralluogo a Bagnolo San Vito per osservare le vittime e aveano programmato il pestaggio il 14 marzo, ma anche in questo caso la polizia giudiziaria ha sventato l'aggressione. La donna non ha desistito e senza farsi intercettare questa volta ha ripianificato il pestaggio che è stato portato a termine il 19 giugno quando fuori da una tabaccheria del mantovano il nipote è stato aggredito da alcuni uomini che gli hanno fratturato la mandibola e lo hanno mandato in ospedale dove è stato sottoposto ad un intervento maxillofacciale con due mesi di prognosi. Immediate le indagini dei carabinieri per risalire alla mandante, ai committenti, uno dei quali deteneva illegalmente anche una pistola, e agli esecutori esecutori materiali del pestaggio, ovvero due moldavi. 9 in tutto le persone sottoposte al fermo emesso dalla Procura Distrettuale. La donna al centro delle indagini è risultata avere contatti anche con operazioni economiche e finanziarie sospette e quindi le indagini sono proseguite anche con numerose perquisizioni domiciliari e locali in varie province del territorio nazionale a cui ha partecipato anche la Guardia di Finanza di Brescia che sta verificando altre altre ipotesi di reato a carico degli indagati.

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