OMBRE MAFIOSE SUL ROGO ALLA VALCART?

Ombre mafiose sul rogo della notte di Pasqua alla Valcart di Rogno? E' il Corriere della Sera Bergamo nell'edizione di questo 14 gennaio a riportare la notizia. Nonostante poco trapeli in merito, pare che il fascicolo aperto dalla procura di Bergamo per incendio doloso alla ditta di smaltimento di rifiuti di Rogno, sia passato alla DDA (direzione distrettuale antimafia), quindi da Bergamo – dove era nelle mani della dottoressa Carmen Pugliese - a Brescia al dott. Paolo Savio. Cosa significa questo? Che il livello dell'inchiesta di sta alzando, che si pensa che sul rogo possa esserci la mano della criminalità organizzata. Quello dei roghi dei rifiuti è un tema delicatissimo, spesso preda di appetiti non leciti, un fenomeno che è esploso in modo diffuso negli ultimi anni anche sul territorio lombardo: 22 roghi nel 2018, 21 nel 2017. Ma come sarebbero arrivati gli inquirenti a cambiare direzione nell'inchiesta sulla Valcart partita con l'apertura di un fascicolo per incendio doloso a carico di ignoti? Sembra che da filmati acquisiti dalle telecamere – non della Valcart ma probabilmente dei dintorni – siano state viste scappare due persone subito dopo l'incendio. Le indagini le avrebbero collegate ad ambienti calabresi. "Apprendo queste notizie – ha commentato il titolare dell'azienda Roberto Albertinelli – come voi dagli organi di stampa. Non sono stato informato dalla procura di questo cambio di direzione nelle indagini". Di certo c'è che la Valcart, al momento, sta ricominciando con fatica a rimettersi in piedi. Ad oggi l'attività è ripartita, ma se prima del rogo l'azienda aveva l'autorizzazione per smaltire 196 tipi di rifiuti (ognuno di questi ha un codice), ora ce l'ha per 30. Comunque gran parte delle strutture è stata ripristinata, i danni calcolati dopo l'incendio ammontano ad oltre 3 milioni e mezzo fra attrezzature, merce, capannoni. Oggi nessuna compagnia assicura più la Valcart contro gli incendi, quella con cui avevano il contratto, lo ha rescisso il 23 aprile 2019, tre giorni dopo i tragici fatti della notte di Pasqua. Giorno e notte i titolari e i dipendenti presidiano l'area. Confidano anche che si giunga al più presto a fare chiarezza su quanto accaduto quella notte. Le telecamere interne dell'azienda non avrebbero ripreso persone in fuga o altro. Si vedrebbe solo una gran fiammata – piuttosto anomala per la verità- che incendia un cumulo di carta che in genere prende fuoco lentamente. Il resto è storia conosciuta: una notte d'inferno e giorni e giorni di lavoro per smassare il materiale, spegnere tutti i focolai, fare verifiche sulla qualità dell'aria e dell'ambiente, fare le conta dei danni e ricominciare lentamente. L'incendio che ha semidistrutta la Valcart, un'azienda storica per il territorio della Valle Camonica e del Sebino, si è verificato nella notte di Pasqua, il 21 aprile: erano le 4 quando fiamme altissime hanno cominciato a divorarla. Il fuoco ha incenerito depositi di carta, di plastica, copertoni (quasi cento mila tonnellate di rifiuti andate in fumo) macchinari, attrezzature, autotreni e mezzi speciali.

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