OMICIDIO FANTONI, CONFESSA IL 32ENNE

Ha ammesso le proprie responsabilità nel corso dell'interrogatorio che si è tenuto questo mercoledì mattina 29 gennaio in carcere a Brescia. Andrea Pavarini, non ha retto alle pressioni e davanti alla prova del sangue trovato sulla sua felpa, che corrisponde a quello di Francesca Fantoni, è crollato. Davanti al gip, il pastore 32enne di Bedizzole, dal carcere di Brescia, durante l'interrogatorio per la convalida del fermo, avrebbe quindi confessato l'omicidio della 39enne trovata morta lunedì mattina in un parco pubblico di Bedizzole. A portare gli inquirenti verso il 32enne, che ha una compagna e un bimbo piccolo di pochi mesi e che per tutti era solo un conoscente di Francesca, e a fare scattare il fermo poche ore dopo il ritrovamento, erano stati diversi indizi: il sangue sulla felpa che indossava sabato sera Andrea Pavarini e che è stata trovata a casa dell'uomo fermato corrisponde al profilo genetico di Francesca Fantoni. Lo hanno stabilito le analisi effettuate dagli inquirenti e il dato è contenuto nella richiesta di convalida del fermo presentata dalla Procura al gip che questo mercoledì mattina in carcere a Brescia ha interrogato il 32enne accusato di omicidio volontario. Fondamentali anche le molte testimonianze della serata di sabato e le riprese delle telecamere che hanno guidato gli inquirenti a ricostruire gli ultimi istanti di vita della donna, prima della scomparsa, quando si trovava all’ora dell’aperitivo era con amici al bar Le Terrazze. Nello stesso locale c'era anche Pavarini e i due si sarebbero allontanati insieme e l'omicidio si sarebbe consumato con ogni probabilità nel parco entro le 21,45 perché alle 22 Pavarini riappare sotto la telecamera di un altro bar, con la felpa macchiata di sangue, la stessa che verrà poi ritrovata nella lavanderia di casa sua. Questa la ricostruzione dell'accusa a cui quindi ora verrà comparata la versione dei fatti fornita dal 32enne durante la confessione.

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