DAVIDE FONTANA RESTA IN CARCERE

È durato meno di mezz'ora davanti al gip Angela Corvi l'interrogatorio in carcere di Davide Fontana, il 43enne dipendente di banca fermato lunedì con l'accusa di aver ucciso e fatto a pezzi la 26enne Carol Maltesi, alias Charlotte Angie. L'omicidio risale ai giorni successivi all'8 gennaio gennaio, giorno nel quale Carol, accompagnata in auto da Fontana, avrebbe avuto un colloquio di lavoro a Bolzano con un promotore di un locale. Lo stesso promotore le avrebbe inviato in messaggio il 26 gennaio, ricevendo una risposta scritta il 29 nella quale Carol, ma in realtà Davide Ferrari che rispondeva a nome di lei, diceva di volersi dedicare un po' di tempo per riflettere. Lo stesso Ferrari ha risposto ai messaggi della madre di Carol, spacciandosi per lei. In realtà l'aveva uccisa il giorno 11 gennaio, secondo la sua dichiarazione fatta agli inquirenti: quindi per tre giorni aveva deciso come sbarazzarsi del corpo, aveva fatto un sopralluogo in una villetta a Verese nel cui giardino c'è un barbecue, pensando di bruciarla. Quindi aveva acquistato un surgelatore, messo nell'appartamento di Carol, nel quale aveva posto il corpo della ragazza fatto a pezzi, 15 in tutto, tagliati con una sega per metalli. Intanto la sua vita era continuata come se nulla fosse: andava a lavorare in banca e si occupava del suo blog sul cibo e vino. Intorno al 13 marzo aveva effettuato un sopralluogo a Paline di Borno, che ricordava dai tempi delle sue vacanze da ragazzo sull'altopiano del sole: in quella occasione si era anche fermato a dormire in un albergo della zona. Il 20 marzo, a bordo della 500 di Carol era partito da Rescaldina, ha percorso la A4, è uscito a Seriate, quindi ha preso la statale 42 fino a Malegno, è salito a Borno ed ha raggiunto Paline, scendendo verso il Dezzo per fermarsi al confine tra le due provincie di Brescia e Bergamo. Lì, attorno alle 11.00, ha gettato i 4 sacchi contenenti i resti di Carol nella scarpata sotto la piazzola, di sosta. Ha ripercorso la stessa strada, ed è tornato a Rescaldina. Il ritrovamento dei sacchi da parte di un 60enne di Paline che stava transitando a piedi, l'allarme ai Carabinieri, le indagini, la diffusione dei tatuaggi trovati sui poveri resti, il tam-tam mediatico a livello nazionale ed il lavoro in rete degli inquirenti hanno fatto il resto. Lunedì mattina Davide Fontana si era recato dai Carabinieri di Rescaldina per denunciare la scomparsa di Carol: ma i carabinieri, insospettiti dalle incongruenze del racconto fatto dal Fontana, hanno informato il comando di Brescia dove la sera dello stesso lunedì l'uomo è stato interrogato a lungo e quindi è crollato confessando il suo delitto. Questo mercoledì davanti al gip Angela Corvi, Fontana ha ribadito quanto detto nell'interrogatorio di lunedì sera in cui ha confessato l'omicidio spiegando di aver ucciso la donna durante un gioco erotico che prevedeva colpi di martello su tutto il corpo. Davide Fontana resta in carcere a Canton Mombello mentre gli atti saranno trasmessi per competenza territoriale alla Procura di Busto Arsizio.

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