PRIVATI DONANO LE MASCHERINE
Uno dei temi che tiene maggiormente banco nelle case, sui luoghi di lavoro e negli ospedali, è relativo alla mancanza di mascherine. I cittadini non le trovano in farmacia, sui posti di lavoro i dipendenti dovrebbero indossarle ma i datori di lavoro non riescono a trovarlo, lo Stato dice che è pronto a distribuirle attraverso la Protezione Civile ma la Protezione Civile consegna nel frattempo agli ospedali lombardi 200 mila mascherine giudicate non a norma per proteggere gli operatori sanitari che combattono sul fronte del Coronavirus. Così, a supplire a questa mancanza, intervengono le aziende private: la Sai di Rogno, Società Antinfortunistica Industriale che non appena le ha ricevute dai propri fornitori, ha regalato all'ospedale di Esine 700 mascherine di tipo FFP2 e 320 di tipo FFP3; la Fk Group di Dalmine che grazie ad accordo con le aziende cinesi, che a sua volta il gruppo aveva aiutato durante l'emergenza in Cina, sta per acquistare e importare mascherine e camici da donare alle strutture sanitarie e ha fatto già recapitare in Italia 750 mascherine; è invece rivolta ai cittadini l'iniziativa di un imprenditore di Borgo S. Giacomo, che vuole restare anonimo e che ha deciso di donare 5.400 mascherine monouso agli abitanti e sempre a favore degli ospedali intervengono anche le raccolte fondi come quella attivata da Fondazione Bresciana con il giornale di Brescia, arrivata quasi a quota 9 mln di euro, che ha fatto un ordine di mezzo milione di mascherine da destinare alla sanità bresciana, ordine che però è stato bloccato da Roma per via delle norme che impongono la fornitura esclusiva a Protezione civile e Regione Lombardia. “Fino ad ora abbiamo ricevuto più mascherine in donazione che dalla Protezione civile", sottolinea l'assessore regionale al bilancio Davide Caparini, in prima linea nella gestione dell'emergenza, che ha denunciato con un post su facebook le 200 mila mascherine non omologate e non idee consegnate dalla Protezione Civile e distribuite negli ospedali lombardi. “Il personale sanitario in Lombardia” - afferma Caparini - “costituisce il 12% dei contagiati da Coronavirus”. Di fronte alla carenza di dispositivi di protezione individuale, il sindacato dei medici Anaao Assomed lancia un appello perché il personale sanitario venga dotato del materiale necessario per proteggersi in modo adeguato con maschere Ffp2, guanti, visiere e sovracamici. Si stima che servano 150 mila mascherine al giorno perché nelle strutture sanitarie oramai non è più possibile discernere chi è stato esposto da chi no e per stare dietro alla continua necessità di rifornimento degli ospedali, anche i carabinieri entrano in azione, trasformandosi in corrieri. Gli ospedali della bergamasca nella notte tra venerdì e sabato hanno ricevuto l’aiuto di una decina di pattuglie dei Carabinieri che hanno consegnato pacchi 90 di materiale agli ospedali di Bergamo, Seriate, Alzano Lombardo, Romano di Lombardia e Treviglio, così come fatto nei giorni dai carabinieri del Comando Provinciale di Brescia per l'ospedale di Chiari.
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