APERTO L'OSPEDALE DA CAMPO

A Bergamo il contenimento dei contagi da Coronavirus è evidente. Lo stesso si registra a Brescia, mentre a Milano non si è ancora riusciti a dare un indirizzo a questa linea. Quasi dimezzato anche il dato dei decessi giornalieri in tutta la regione, Sull’emergenza nei pronto soccorso, l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, raffronta gli accessi con l’anno scorso: “Il dato dei pronto soccorso dell’area di Bergamo e Brescia ci dice che i codici rossi hanno visto un’impennata drammatica nel corso della crisi, con un numero altissimo di telefonate e accessi, ma ormai la linea scende in maniera quasi retta ed è vicina a quella dell’anno scorso. I nostri ospedali devono tornare a dare risposte di qualità a tutti i bisogni, anche oltre il Covid”. Da oggi i primi pazienti hanno fatto ingresso nel nuovo ospedale in Fiera a Milano, così come a quello in Fiera a Bergamo dove, oltre a 40 posti per i pazienti complessi Covid, ci sono posti riservati alle degenze di sorveglianza. «Partiamo con prudenza, ha spiegato Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII da cui dipende la struttura in Fiera, la sicurezza è la priorità. La nostra valutazione su chi, quando e dove trasferire sarà clinica e assistenziale. Ora che i numeri degli accessi al pronto soccorso per problemi respiratori sono diminuiti, fra i possibili utilizzi del presidio medico si pensa al trasferimento di alcuni pazienti dall’ospedale di Bergamo e al ricovero di chi, finora curato a casa, potrebbe beneficiare di esami radiologici ed ematici, essendo che Covid 19, come ricordato dal direttore del presidio in Fiera Oliviero Valoti sempre più spesso colpisce tutti gli organi e non solo i polmoni. Alla positività di quanto detto si contrappone il dramma nelle Rsa. La chiusura delle case di riposo per cercare di impedire al coronavirus di compiere vere e proprie stragi ha stravolto le abitudini di vita degli anziani ospiti. Qualcuno è stato confinato nella propria stanza e nessuno ha più potuto ricevere le visite di figli, nipoti, amici. Qualcuno si sta lasciando andare, raccontano gli amministratori delle case di riposo e si rifiuta di mangiare perché non capisce quel che sta succedendo, persi completamente i riferimenti. Animatori ed educatori cercano di tenere alto il morale con le videochiamate.

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