IL DOLORE DOPO LE TRAGEDIE

Dopo la tragedia in un appartamento alla frazione Sforzatica a Dalmine, dove un33 anne in cura per disagio psichico conclamato ha ucciso con dodici coltellate la madre, altri due fatti drammatici fanno discutere in bergamasca. Difficile risalire all'origine del raptus di violenza che ha portato Francesco Villa, 39 anni, a uccidere martedì sera la mamma Gian Paola Previtali, 66, nella sua casa di Bonate Sopra. L’uomo ha agito con furia: sono almeno 18 le coltellate al torace della donna e una decina quelle da difesa che aveva sulle braccia. L'uomo era in stato confusionale, con una ferita in pancia e altre lievi alle gambe. È stato sedato e portato all’ospedale «Papa Giovanni», dove è stato operato ed è ricoverato nel reparto di Chirurgia. Le sue condizioni sono stabili. Bisognerà invece attendere l’autopsia, in programma lunedì mattina all’ospedale Papa Giovanni XXIII° di Bergamo, per accertare con precisione il numero fendenti, anche se la dinamica sembra piuttosto chiara. Il pubblico ministero Emanuele Marchisio ha posto sotto sequestro il cassonetto della Caritas a Boltiere in cui è morto incastrato il piccolo Karim Bamba, il bambino di 10 anni, deceduto martedì mentre cercava di raccogliere qualche abito usato da portare a casa alla mamma. In procura è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti. L’obiettivo è fare luce sul meccanismo che regola l’apertura del cassonetto in cui vengono raccolti vecchi indumenti, anche perché non è la prima volta che qualcuno perde la vita nel tentativo di prelevarli.

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