LOTTA AL BOSTRICO A LOZIO

Topi esca attivati con feromoni per catturare quanti più esemplari di bostrico: è la prima parte della lotta ingaggiata nelle foreste di abete rosso della Valle di Lozio dopo gli schianti della tempesta Vaia del 29 ottobre 2018, per combattere il bostrico, o tipografo dell'abete rosso, che scava gallerie per deporre le uova da cui nascono le larve che, a loro volta, scavano gallerie laterali che si irraggiano verso l'esterno, disegnando caratteristiche figure sottocorticali. Le piante colpite manifestano un evidente deperimento con clorosi, arrossamenti e disseccamento di parte del cimale. Un altro elemento che predispone l'abete rosso ad essere colonizzato sono i fattori esterni, quali il sistema idrogeologico della zona e l'aspetto geologico-fisico. Il bostrico crea almeno due generazioni l'anno, che hanno come compito primario quello di crescere e continuare a moltiplicarsi: ecco dunque la necessità di interventi mirati e competenti per tenere la popolazione di bostrico sotto controllo. La Vallecamonica, in generale, non è però area da bostrico sia per gli aspetti idrologici che geologici, ma nonostante questo il problema è esistente e di una certa gravità. La lotta contro questo insetto fitofago è di tipo preventivo e consiste nel mantenimento di un buon stato fisiologico e fitosanitario delle piante. A Lozio la lotta è partita e le trappole per la cattura ed il censimento degli esemplari è in atto: si tratta ora di continuare la lotta impostata con il sistema dell'over-crowding, che prevede un sorvaffollamento di parassiti del legno, in competizione tra loro, in grado di mantenere sotto controllo la popolazione di bostrico.

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