DOPO IL TEMPORALE, LA CONTA DEI DANNI

Il maltempo torna a fare paura nel territorio e nei campi: nel pomeriggio di sabato 11 luglio, grandine, forte vento e tempesta si sono riversati, a macchia di leopardo, in diverse zone della provincia di Brescia e di Bergamo. Qui siamo a Zogno in provincia di Bergamo dove i vvf sono intervenuti per una frana che ha invaso la strada provinciale 25 a San Giovanni Bianco. Oltre agli alberi abbattuti, come quello caduto su un'auto a Sovere, alle strade allagate, ai tetti divelti come quello dell'ex cinema Super a Rovato e di due edifici a Parzanica e Gandino e alla copertura dello stadio di Castegnato divelta a causa delle raffiche di vento che hanno raggiunto 130.4 chilometri orari, ad essere colpiti principalmente i campi di mais con ingenti danni in fase di valutazione e  le strutture aziendali, in particolare le serre. È quanto emerge da un primo monitoraggio di Coldiretti Brescia, mentre continuano le segnalazioni delle imprese agricole che, dopo la disastrosa situazione dell'estate 2019, si ritrovano a fare i conti con i danni causati da eventi atmosferici estremi, imprevedibili e sempre più frequenti. Nel bresciano i danni alle realtà agricole si concentrano in città e in due aree della provincia. Nella zona ovest di Brescia e a Castenedolo, l'improvvisa ondata di grandine e pioggia ha colpito soprattutto i campi di mais. Lo stesso nei comuni di Montichiari, Calcinato, Lonato del Garda e fino a Castiglione delle Stiviere (MN), dove la grandine ha fortemente danneggiato i campi di mais di primo e secondo raccolto causando anche l'allagamento dei campi. In pochi minuti il forte vento e la mole di acqua hanno compromesso strutture aziendali e serre nei territori di Coccaglio, Rovato, Rudiano e Castelcovati. Gli agricoltori fanno i conti non sono con il maltempo ma più in generale con i cambiamenti climatici, quindi con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo. Sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi costati all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

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